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Corriere della Sera
L’obiettivo reale è Giulio Tremonti ma il risentimento del Canton Ticino si concentra ancora una volta sui lavoratori italiani e sui comuni di frontiera dai quali essi provengono.
A conti fatti (la trattenuta sull’imposta del 50%, ndr) si tratta di uno “scippo” da 22 milioni di euro, un buco che rischia di mettere in seria difficoltà una serie di amministrazioni pubbliche distribuite tra la province di Varese, Como, Sondrio e Verbania e che contano sulle rimesse fiscali dalla Svizzera per far quadrare i loro bilanci.
Lo “strappo” deciso dal Canton Ticino rappresenta un ulteriore passo in avanti nella guerriglia che da almeno un anno gli elvetici hanno ingaggiato con l’Italia.

Italiannetwork.it
Dal comunicato congiunto dei responsabili frontalieri di CGIL, CISL e UIL : “Utilizzare i frontalieri come oggetto di scambio per dirimere questioni ben più complesse non è corretto. Le conseguenze di questo atto sono gravissime per tutti i Comuni di frontiera italiani, specialmente per i più piccoli, che sarebbero costretti a ridimensionare in maniera totale o parziale tutti i servizi alla popolazione”.
“Le organizzazioni sindacali italiane quindi chiedono con forza (…) al Consiglio Federale svizzero di intervenire immediatamente per il rispetto di una Convenzione bilaterale sottoscritta tra 2 Stati sovrani.”

La Provincia di Varese
Era nell’aria. E le previsioni sono state rispettate. Tra il blocco totale dei ristorni, qualcosa come 45 milioni di franchi e il regolare pagamento, si è scelta la terza via. Per usare la parte che resta nelle casse del Ticino come arma di ricatto. A Roma, così, saranno versati solo il 50% dei ristorni. Cifra non sufficiente a far fronte, se non cambieranno le cose (la quota viene poi riversata ai comuni l’anno successivo) per i bilanci delle amministrazioni di confine.
Il Canton Ticino, così, si assume la responsabilità di violare l’accordo internazionale tra Italia e Svizzera, in vigore dal 1974.

Virgilio.it
Grave congelamento ristorni da governo Ticino (…) Secondo il Pd lombardo, che esprime “preoccupazione”, la decisione di Bellinzona “di bloccare la metà dei ristorni ha pesanti ripercussioni per le casse di molti comuni delle province di Como, di Varese e del Verbano Cusio Ossola: verrebbero a mancare circa 20 milioni di euro, vitali per assicurare alle piccole realtà locali i servizi essenziali, quali trasporti pubblici e politiche sociali.

Il Giorno
C’è grande preoccupazione nei Comuni di confine con la Svizzera dopo la decisione del Consiglio di Stato del Canton Ticino di pagare soltanto metà dei ristorni fiscali previsti per l’anno 2010, trattenendo temporaneamente il resto. Si tratta in pratica (…) di un fondo a disposizione dei Comuni, e non solo, sul quale ogni ente locale da decenni ormai fa conto, la cui assenza dunque creerebbe grossi problemi finanziari in un momento già difficile per le casse pubbliche. Molti sindaci hanno espresso allarme per la prospettiva che venga a mancare una risorsa fondamentale. Per le prossime ore si annunciano varie riunioni a livello locale per affrontare il problema e decidere eventuali iniziative anche da parte dei frontalieri italiani stessi.

Insubria TV
Mentre fioccano in Italia le prese di posizione contro la riduzione del 50% sui ristorni dei frontalieri, fra cui l’invito di non andare a lavorare in Svizzera, il governo ticinese congela metà dei contributi provenienti dall’imposta alla fonte dei lavoratori frontalieri e li mette in un conto corrente della Banca dello Stato. Un’azione che viola gli accordi internazionali. I ticinesi hanno cosi declinato l’invito del governo confederale di scegliere la linea morbida del dialogo nella soluzione di una vertenza fiscale.