Lunedì 4 luglio un team di ricercatori giapponesi ha annunciato la scoperta d’immensi giacimenti di 17 minerali rari in vaste zone dei fondali dell’Oceano Pacifico, fra i 4000 e i 6000 metri di profondità.
La scoperta rileva di un’importanza capitale. Tre di questi minerali, ittrio, terbio e disprosio, utilizzati nella fabbricazione di numerosi prodotti tecnologici (telefoni cellulari, schermi LCD, componenti delle automobili elettriche e dei sistemi di energia eolica).
La provenienza è nella misura del 97% dalla Cina, dove vengono estratti in condizioni disastrose, sia per l’ambiente che per i lavoratori. La Cina esporta gran parte delle risorse naturali a livello mondiale e controlla i prezzi riducendo i volumi commerciali.

La scoperta degli scienziati giapponesi potrebbe mettere fine al predominio cinese. I risultati della loro scoperta sono stati pubblicati nella rivista britannica Nature e mostrano come il fondale marino contenga quantità inverosimili di minerali rari, in una quantità migliaia di volte superiore a quanto si ricava sulla terra.
“Riteniamo che i minerali prelevati in appena 1 chilometro quadrato di fondale marino sia sufficiente a garantire 1/5 del consumo annuo mondiale di questi elementi – scrivono i ricercatori.
Resta ora da vedere se l’estrazione sarà possibile con la tecnologia a disposizione e se sarà conveniente dal punto di vista economico.