Il presidente del Consiglio di amministrazione di UBS Kaspar Villiger si è espresso a difesa delle remunerazioni del suo successore, l’economista germanico Axel Weber, ex presidente della Bundesbank dal 2004 all’aprile 2011. Weber, che dovrebbe essere eletto dall’assemblea generale degli azionisti nel maggio 2012 ed assumere la carica nel 2013, riceverà 2 milioni di franchi l’anno e 200mila azioni UBS (controvalore al corso odierno ca. 3 milioni di franchi, tanto per intenderci) bloccate per un anno.
Al domenicale SonntagsZeitung Villiger ha dichiarato che “c’è un mercato al quale ci si deve adattare”. Oltre a quanto suindicato, quando verrà eletto Weber riceverà (a mo’ di benvenuto?) 2 milioni di franchi e 200mila titoli UBS bloccati per 4 anni.
A parte la questione dell’opportunità di avere un economista tedesco alla presidenza del CdA della più grande banca svizzera, c’è un’altra questione di fronte a questa notizia.
Villiger si prende il diritto di argomentare ed approvare la promessa spropositata delle retribuzioni ad Axel Weber. Con quali competenze? Parla in nome degli azionisti? Ha raccolto le loro opinioni in base ad un sondaggio? Oppure ha fatto eseguire uno studio di mercato?
Come ricorderemo, al momento della sua entrata in UBS Villiger aveva deciso di limitare il suo salario annuo a soli 850mila franchi. “Il mercato al quale ci si doveva adattare” imponeva senz’altro una cifra così modesta. Ad essere logici non è che oggi le condizioni del mercato siano tanto migliori di quelle del 2009.
In tema di competenze finanziarie l’ex Consigliere federale, che dal 1995 al 2003 ha diretto il Dipartimento federale delle finanze, ha sicuramente una lunga esperienza.
Basti ricordare il grounding della Swissair e come – di fronte al rifiuto delle banche, UBS compresa, di intervenire per salvare la compagnia aerea dal fallimento – Villiger avesse abbondantemente messo mano ai fondi della Confederazione.
A metà settembre 2001 l’allora CEO di Swissair Mario Corti aveva comunicato a Villiger che il SAir Group sarebbe stato insolvente nel giro di due settimane.
Il grounding di Swissair era infatti avvenuto il 2 ottobre 2001. Per riprendere i voli su alcune tratte, il 5 ottobre Villiger aveva fatto stanziare un credito urgente di oltre 450 milioni di franchi e in seguito aveva disposto un ulteriore finanziamento a fondo perduto della Confederazione di circa un miliardo di franchi.
Milioni e milioni di franchi poi scomparsi nel buco nero del fallimento della Swissair, decretato nel marzo 2002.
Dopo qualche anno la competenza finanziaria di Villiger era approdata da UBS, di cui nel 2009 aveva assunto la presidenza del Consiglio di amministrazione.
Una situazione divertente. Dopo aver bruciato milioni di franchi nel vano tentativo di salvare Swissair dal fallimento, l’ex Consigliere federale diventava presidente di una prestigiosa banca svizzera che per evitare la bancarotta nell’ottobre 2008 aveva dovuto essere salvata dal governo federale. L’intervento di Berna per ricapitalizzare UBS era costato 6 miliardi di franchi.
La presidenza di Villiger non ha permesso a UBS di ritrovare acque serene. La banca non è ancora uscita dal marasma scoppiato nel 2008 a causa dei suoi titoli legati ai mutui subprime americani, è ancora coinvolta in un infinito contenzioso fiscale e amministrativo con il governo degli Stati Uniti, a causa delle accuse di aver incoraggiato l’evasione fiscale ha dovuto trasmettere i dossier di migliaia di clienti alle autorità statunitensi. Addirittura, il CEO Oswald Grübel (che è tedesco lui pure) aveva minacciato di trasferire UBS all’estero.
E’ difficile credere che il 70enne ex Consigliere federale abbia un livello di responsabilità tanto basso da fargli credere di avere il diritto di difendere pubblicamente retribuzioni milionarie, specie nel contesto socio-economico attuale.
La speranza è che qualcuno adesso gli imponga il silenzio e che in futuro non si senta più parlare di lui.
Rave