Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/clients/d43697fba9b448981cd8cd1cb3390402/web/content/themes/newsup/single.php on line 88

Il Dipartimento americano del Lavoro ha comunicato ieri che il tasso di disoccupazione è salito in giugno al 9,2%, rispetto al 9,1% di maggio.
Il presidente Obama si era prefissato la creazione di almeno 80mila nuovi posti di lavoro. Invece queste aspettative si sono fermate a quota 18mila nuovi impieghi. Pochissimo per una nazione come gli Stati Uniti, malissimo per quella che ancora si considera la migliore economia mondiale. Il commento della Casa Bianca è stato un laconico “una situazione inaccettabile”.

Meno avaro di commenti è stato invece il principale consigliere economico di Barack Obama, Austan Goolsbee, che in un’intervista all’emittente televisiva Cnbc ha detto che “le cifre di giugno sono una chiamata all’azione.”
Secondo lui il rapporto sull’occupazione indica che è necessario mettere fine ai litigi tra democratici e repubblicani perché con un accordo comprensivo sulla riduzione del deficit e la creazione di nuova occupazione, potrebbero essere creati centinaia di migliaia, se non milioni, di nuovi posti di lavoro.

La disoccupazione reale è salita al 16,2% dal 15,8%. Nella cifra vengono inclusi i dipendenti part-time o sotto occupati che vorrebbero avere una situazione migliore. Inoltre, il numero di persone che non fa parte della forza di lavoro ma vorrebbe esserlo è salito ai massimi di tutti i tempi, in rialzo di 303 mila unità.

Wall Street risponde ai dati del mercato del lavoro con un bel tonfo: alla borsa di New York il Dow Jones ha perso lo 0,49% a quota 12657,20; il Nasdaq ha ceduto lo 0,45% a 2859,81 punti.