Tre settimane. E’ il tempo che resta al governo americano per adottare un innalzamento del limite legale del debito dello Stato federale. Fissato a 14’294 miliardi di dollari, questo limite è stato raggiunto lo scorso mese di maggio e da allora il Segretario al Tesoro Timothy Geithner passa le sue giornate a premere per questo aumento e a cercare trucchi contabili per continuare a chiedere prestiti. Ad esempio, ha bloccato i versamenti a due importanti casse pensione federali.
L’emergenza non tocca più soltanto Geithner ma ha contagiato gli ambienti politici e quelli finanziari. E’ una corsa contro il tempo, una corsa nella quale vi sono molti ostacoli. Uno di questi è il presidente. “Sino a che Obama resterà alla Casa Bianca nessun accordo sarà possibile – ha dichiarato il capofila dei repubblicani al Congresso.

E Barack Obama lo ha detto: “Se non alzeremo il tetto del debito, la mattina del 3 agosto saremo nell’impossibilità di far fronte ai nostri impegni finanziari. Da settimane Obama spinge democratici e repubblicani a trovare un accordo sul debito, ma inutilmente. Le posizioni dei due partiti sono inconciliabili.

Se Washington non disporrà dei mezzi finanziari per onorare i propri impegni, questo provocherebbe l’aumento dei tassi d’interesse, enormi contraccolpi sulle Borse e conseguenze deplorevoli non solo per gli Stati Uniti ma per l’economia mondiale. E’ questo l’allarme lanciato da Christine Lagarde, direttrice generale del Fondo monetario internazionale.
Concretamente, i funzionari americani non saranno più pagati, le pensioni non saranno più versate e numerosi aiuto sociali saranno interrotti. La messa in stato di default degli Stati Uniti avrebbe un impatto ancora peggiore sull’economia mondiale, sarebbe peggio di quando era fallita la banca Lehman Brothers nel 2008, l’evento che aveva scatenato la crisi economica.
I buoni del Tesoro americano rappresentano quanto vi è di più sicuro sui mercati, un default di pagamento minerebbe le fondamenta dell’economia mondiale. E’ uno scenario impossibile da immaginare.

Malgrado la mancanza di un accordo tra democratici e repubblicani, l’amministrazione Obama intende giungere ad un compromesso prima della data limite del 2 agosto. Non vi sono alternative. Come vi giungerà però né Obama né Geithner sanno dirlo. Entrambi contano sul buonsenso dei deputati al Congresso, che sicuramente si rendono conto dell’importanza della posta in gioco.