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Lunedì mattina, all’apertura dei mercati europei, è giunta l’ennesima stangata da parte delle agenzie di rating americane. Moody’s ha messo sotto osservazione 23 dei 33 enti locali e regionali d’Italia per un possibile downgrade.

L’agenzia ritiene infatti che le misure di austerità economica e sociale lanciate negli scorsi giorni dal ministro dell’economia italiano Giulio Tremonti metteranno sotto pressione i conti e i bilanci di città e province, generando un effetto negativo in tutto il paese.
Appena lo scorso 13 luglio il vicepresidente di Moody’s Alexander Kockerbeck dichiarava che “l’Italia vanta buoni fondamentali e i passi che deve compiere, in termini di risanamento dei conti, sono meno incisivi rispetto a quelli necessari in Grecia, Irlanda e Portogallo.”
Kockerbeck aveva dichiarato che “è importante accettare la manovra correttiva da 40 miliardi di euro varata dal governo. Essa dimostra che il governo italiano ha molte opzioni per intervenire sia sul lato della spesa che su quello delle entrate (…) Non esistono i presupposti per un contagio della crisi del debito in Italia. Altrove ci sono state grosse sorprese negative, mentre la situazione di questo paese è ben nota e non è cambiata.”

Se la situazione in Italia non è cambiata, allora resta da capire cosa sia cambiato in questi 5 giorni per modificare l’inversione di rotta della politica di Moody’s.