La FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura ha indetto una riunione ministeriale urgente il 25 luglio per organizzare gli aiuti alla Somalia, al Sudan, al nord del Kenia e all’Etiopia, paesi fra i più colpiti da una devastante siccità. La richiesta di indire questa riunione è partita dalla presidenza francese del G20.


Alla riunione sono stati invitati i ministri dei 191 paesi membri della FAO, del Programma alimentare mondiale e di altre organizzazioni non governative.
Nel Corno d’Africa la siccità e i continui conflitti tra le varie milizie regionali privano milioni di persone di acqua, cibo e adeguate cure mediche. Migliaia sono i profughi che si spostano da una regione all’altra perché scacciati dalle loro case o alla ricerca di regioni climaticamente più ospitali. Sono almeno 12 milioni le persone che soffrono questa situazione.

Malgrado si tratti “della peggiore siccità degli ultimi decenni” il coinvolgimento dei governi a livello internazionale marca perlopiù assente. Gli appelli alla mobilitazione che da settimane vengono diramati dalle organizzazioni umanitarie hanno poco impatto.
Lunedì il capo della diplomazia francese a Bruxelles Alain Juppé ha chiesto ai paesi membri dell’Unione europea di mettere in campo tutte le risorse disponibili per affrontare la grave situazione. Il primo ministro britannico David Cameron non ha ancora predisposto un piano di aiuti ma ha voluto confermare che – effettivamente – la situazione nel Corno d’Africa è catastrofica, un’emergenza umanitaria oltre ogni immaginazione.

All’elaborata indifferenza dei governi occidentali si allinea l’assurda intransigenza delle milizie locali. Per la prima volta negli ultimi due anni, domenica un convoglio delle Nazioni Unite ha potuto trasportare un carico di aiuti nella regione di Baidoa, al centro della Somalia.
L’emergenza umanitaria in questa zona è seria da tempo ma sinora i ribelli somali Shabab impedivano il passaggio dei convogli umanitari. Domenica hanno invece dato l’autorizzazione all’arrivo e alla distribuzione di cinque tonnellate di alimenti e di medicine.