Centinaia di feriti al Cairo, negli scontri che sabato in Piazza Tahrir hanno opposto migliaia di partigiani ed oppositori del regime militare provvisorio, che da quando l’ex presidente Mubarak ha lasciato l’Egitto guida il paese nell’attesa del tanto promesso governo democratico. Gli scontri sono cessati solamente con l’arrivo massiccio delle forze di polizia.

Chi era nella piazza per manifestare contro il regime chiedeva l’accelerazione del processo democratico, che si trova ormai sospeso da oltre sei mesi.
Il maresciallo Mohamed Hussein Tantaoui, presidente del Consiglio supremo dell’esercito e al potere dallo scorso 11 febbraio, ha promesso elezioni democratiche al più presto.
Il primo ministro ad interim Essam Charam ha lanciato un appello attraverso Facebook dove chiede ai suoi compatrioti di lavorare nella calma e nella stabilità,rispettando il principio del dialogo per permettere a governo di portare a compimento la sua missione, ossia fare dell’Egitto uno Stato libero e moderno.

“Il popolo vuole la partenza di Tantaoui – Questa è la richiesta dei dimostranti, che da oltre due settimane sono tornati ad occupare Piazza Tahrir come nei giorni della rivolta contro Hosni Moubarak. Hanno detto che non se ne andranno sino a quando le loro richieste verranno ascoltate.
Nel centro della capitale egiziana è tornato il caos, la piazza blocca il traffico e gli intasamenti dei veicoli si estendono per chilometri, bloccando le principali arterie della città.