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E’ notizia odierna (25.07.2011) che une cittadina straniera (ma naturalmente non è vero che esiste un problema di cittadini stranieri che abusano dello stato sociale elvetico, sono solo invenzioni populiste…) è stata rinviata a giudizio per aver truffato delle assicurazioni, nonché l’Istituto delle assicurazioni sociali (IAS), con falsi certificati medici, per un ammontare totale di 760mila franchi.
I reati sarebbero stati commessi tra il 2003 e il 2009. L’Istituto delle assicurazioni sociali sarebbe stato truffato per 260mila franchi.

La cifra truffata agli IAS è ragguardevole, e a quanto pare, gli illeciti sono stati commessi sull’arco di vari anni. Da notare che gli illeciti si sarebbero prodotti anche dopo l’entrata in funzione dell’ispettore (ispettrice) sociale. Circostanze, queste, che potrebbero sollevare interrogativi sulla efficacia dei controlli, rispettivamente suggerire l’opportunità di un potenziamento dell’”ispettorato sociale”.

Chiedo pertanto al lodevole Consiglio di Stato:
1. Come si è prodotta la presunta truffa di 260mila franchi ai danni dell’IAS?
2. Quando è stata scoperta?
3. La scoperta è da ricondursi all’ispettrice sociale o ad altri tipi di controllo?
4. L’autrice della truffa è persona già nota alla giustizia?
5. Anche alla luce di vicende come quella in oggetto, come valuta il CdS l’ipotesi di un potenziamento dell’”ispettorato sociale” (vedi anche interrogazione 179.11)?

Lorenzo Quadri, Lega dei ticinesi