Dopo i 5’000 probabili licenziamenti, dei quali 1’000 in Svizzera, evocati dal CEO di UBS Oswald Grübel, ecco arrivare una seconda altrettanto preannunciata mazzata: il suo omonimo del Credit Suisse, Brady Dougan, taglierà 500 posti di lavoro in Svizzera, su un totale di 2’000 licenziamenti a livello internazionale.
Una misura che a detta del numero uno del CS si rende necessaria per poter ridurre le spese del 4%, dopo che la banca ha comunicato i risultati del secondo trimestre 2011, in pesante calo.
L’utile netto è stato di 768 milioni di franchi, a fronte dei 1.6 miliardi del secondo trimestre 2010. Ora il Credit Suisse vuole risparmiare almeno un miliardo di franchi.

Proprio in questi giorni la Handelszeitung ha pubblicato un articolo, ripreso ieri sul portale Cash.ch, nel quale si parla appunto dell’evoluzione dei salari dei top manager in Svizzera lo scorso anno.
Stando a quanto si legge, in media le maggiori compagnie svizzere hanno versato ai loro top manager aumenti di stipendio del 10%, in ossequio alla regola secondo cui più grande è il gruppo e più peso ha in Borsa. E dunque maggiori sono gli stipendi dei dirigenti.
Nel 2010 i vertici del Credit Suisse hanno incassato complessivamente 160 milioni di franchi. Per contro ai manager di UBS è andata complessivamente la modica (si fa per dire) cifra di 90 milioni di franchi.

Il manager più pagato in Svizzera è proprio il CEO del CS, Brady Dougan. L’americano assunto dalla banca nel 2007 aveva suscitato clamore e polemiche già nel 2009, quando oltre al salario annuo di 20 milioni di franchi aveva incassato un bonus speciale di 70 milioni.

Sicuramente si diventa CEO di una grande banca se si hanno capacità manageriali e una vasta conoscenza della finanza e dell’economia. Indubbie sono le competenze di chi sta alla guida delle due più grandi banche svizzere.
Però di fronte allo sguardo freddo ed impassibile di Oswald Grübel al TG di martedì sera, dove veniva intervistato riguardo ai risultati trimestrali di UBS, veniva da chiedersi se è questo che i CEO di UBS e Credit Suisse sanno fare per meritarsi retribuzioni milionarie.
Ossia apparire in televisione alla fine di ogni trimestre contabile per annunciare con aria distaccata le misure di ristrutturazione che implicano la riduzione di migliaia di posti di lavoro.