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In Spagna, dove il numero dei disoccupati ha toccato la cifra record di 5 milioni, il governo ha chiesto alla Commissione dell’Unione europea il permesso di sospendere l’apertura del proprio mercato del lavoro ai lavoratori immigrati rumeni. Il succo della nota diramata dal premier spagnolo Zapatero è “Non c’è lavoro per noi, figuriamoci per gli altri.”

“È la prima volta che riceviamo una richiesta di questo tipo e dobbiamo valutare bene tutti i dati – aveva spiegato venerdì la portavoce di Bruxelles – La Spagna deve dimostrare con dati e cifre che la forza lavoro rumena è una minaccia per il mercato del lavoro.”
Esami tecnici avevano poi rivelato che la richiesta di Madrid non va contro le norme per la libera circolazione e sarebbe dunque attuabile. Quel che adesso preoccupa i vertici dell’Unione europea è che altre nazioni seguano l’esempio spagnolo e chiudano le frontiere ai lavoratori stranieri, i rumeni e tutti gli altri.

Preoccupazione fondata: in Francia si sta delineando uno scenario simile, con il presidente Nicolas Sarkozy che per diminuire l’immigrazione legata al lavoro ha deciso di ridurre la lista dei mestieri per gli immigrati, portando il numero da 30 a 15.
Questa lista elenca le professioni qualificate per le quali si può ricorrere a cittadini extracomunitari, quando ci sono difficoltà di reclutamento nel settore.