Governo federale e Banca nazionale svizzera schierati con i più forti. I più forti schierati contro il popolo. È questa la sintesi di quel che sta accadendo nel nostro paese ?
Con la manovra dello scorso 3 agosto, la Banca nazionale svizzera ha più che raddoppiato la liquidità a disposizione delle banche, portandola da 30 a 80 miliardi di franchi.
L’intento, a mere parole, è quello di avantaggiare l’economia colpita dal franco forte, con l’auspicio che gli istituti di credito utilizzino questa disponibilità per dare nuovi finanziamenti a imprese e commerci. L’illusione imperdonabile è quella di frenare l’ascesa ormai divenuta pericolosa della moneta elvetica.
La misura attuata dalla BNS avrebbe dovuta essere accompagnata dall’indispensabile supervisione del governo, mediante un’istanza per il controllo – almeno in grandi linee – del corretto utilizzo di questi fondi.
Invece ancora una volta il Consiglio federale si è mostrato gravemente assente ed ha mancato di imporre le necessarie misure di accompagnamento all’iniziativa della Banca nazionale.
Il risultato è così stato un brevissimo fuoco di paglia che soltanto per qualche ora ha fatto sperare in una perdita di velocità del franco.
Tutto questo ricorda le immissioni di centinaia di miliardi di dollari e di euro da parte dei governi europei e USA e finiti nelle fauci delle banche, che invece di utilizzarli per il rilancio dell’economia li avevano impiegati per rilanciare alla grande la speculazione.
Tutto questo ricorda anche in maniera drammatica la gigantesca (e cinicamente orchestrata) speculazione sul fallimento dei titoli ipotecari statunitensi, che nel 2008 aveva avviato la crisi economica della quale oggi stiamo vivendo le puntate successive (o la seconda stagione, come si dice nei serial).
Per farla breve, lo scorso 3 agosto la Banca nazionale svizzera ha servito un “bonus” da 50 miliardi di franchi alle banche ed è lecito pensare che la parte del leone l’abbiano fatta le due big, ossia UBS e Credit Suisse.
Due banche che useranno i miliardi a disposizione per operazioni di hedging o in reinvestimenti che alimenteranno la speculazione, senza ridistribuire un solo franco ad imprese ed aziende.
Secondo le recenti vicissitudini, il peggio che potrebbe accadere sarebbe che UBS e Credit Suisse stiano provocando l’apprezzamento del franco, per poi guadagnare sulla perdita disastrosa che inevitabilmente deriverà da un’economia svizzera strangolata.
Marco Magistra