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Il CNT, Il Consiglio di transizione libico, ha redatto un memorandum per definire la strutturazione della Libia dopo la caduta del colonnello Gheddafi.

Un documento di circa 70 pagine redatto dai ribelli per organizzare quella che sarà la nuova Libia. Quel che appare ad una prima lettura è che le infrastrutture nazionali resteranno sostanzialmente invariate. Una scelta di continuità volta a preservare il paese dal caos post-bellico ed evitare che si producano situazioni come quelle dell’Irak del dopo-Saddam.

Il 70% degli attuali membri dell’élite politica, economica e militare del paese verrà integrata nel nuovo governo. Secondo il Consiglio di transizione sono diverse centinaia i responsabili governativi che hanno già lasciato le fila di Tripoli per passare dalla parte degli insorti. Persone che potrebbero costituire il fulcro della nuova gestione della Libia.
Almeno 15mila soldati saranno impiegati per garantire la sicurezza del paese e diverse migliaia di poliziotti saranno incaricati di proteggere il nuovo governo provvisorio.
Nelle note non viene precisato cosa accadrà a Gheddafi se dopo la sua caduta sarà catturato ancora vivo: il carcere, un processo, una condanna all’ergastolo, la pena capitale oppure l’esilio? La situazione sembra essere ancora in corso di dibattimento.

Gli insorti riconoscono quanto sia difficile scalzare il colonnello dal potere. Gheddafi sembra invincibile e resta saldo a capo del regime, con un notevole numero di sostenitori e forte di una milizia che resiste agli attacchi delle truppe ribelli e dei raid della Nato.
Il Consiglio di transizione fa comunque affidamento sulle divisioni interne al regime, nella certezza che prima o poi verrà tradito da qualche personaggio influente e mancherà dell’appoggio che oggi lo mantiene in carica.

“Il memorandum è una prima bozza di misure – ha precisato Aref Ali Nayed, responsabile della cellula di pianificazione del CNT – Lo abbiamo voluto divulgare per far sapere al popolo che stiamo lavorando per il futuro della Libia. Alcune informazioni sono per contro tenute segrete, alfine di non compromettere le operazioni in corso.”