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La guerriglia urbana che da sabato notte devasta Londra registra la prima vittima, un giovane di 26 anni, ucciso negli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.
I disordini erano iniziati dopo la morte di Mark Duggan, un 29enne di colore ucciso a Tottenham, a nord di Londra, in un conflitto a fuoco con la polizia.


Negozi saccheggiati, ristoranti presi d’assalto, auto ed edifici incendiati, manifestanti che armati di spranghe di ferro e mazze da baseball si scagliano contro poliziotti in assetto anti sommossa. Uno scenario da guerriglia urbana che sta attraversando i quartieri della capitale e le violenze si estendono ad altri grandi centri: Manchester, Birmingham, Liverpool e Bristol.

La rivolta si allarga grazie agli appelli fatti attraverso i Social network, al punto che le autorità hanno minacciato di arrestare chi verrà scoperto a fomentare i disordini attraverso Internet.
Se la rivolta non si placherà non viene escluso di far intervenire l’esercito. Per il momento il primo ministro Cameron ha ordinato lo spiegamento di altri 10’000 poliziotti nelle strade.
Sino ad oggi sono quasi 500 le persone arrestate. Tra i molti feriti vi sono anche decine di agenti dell’ordine, alcuni dei quali ricoverati in ospedale.

Come ricorda il quotidiano inglese The Independent, quanto sta accadendo riporta alla mente un evento assai simile, accaduto anche nella zona di Tottenham oltre 25 anni fa.
Il 5 ottobre 1985, Floyd Jarrett, un giovane di origine caraibica viene interpellato dalla polizia nel quartiere di Broadwater Farm.
Sospettato di guida senza permesso, Jarrett viene arrestato e la polizia perquisisce la casa di sua madre, Cynthia. Durante la perquisizione la donna viene malmenata e muore per un arresto cardiaco.
La notizia della sua morte “per mano della polizia” fa riaffiorare nel quartiere tensioni razziali da tempo sopite e scatena una delle più gravi rivolte nella storia della Gran Bretagna.

Anche allora la rivolta inizia di fronte al commissariato di polizia di Tottenham e prima che a Broadwater Farm torni la calma, il poliziotto Keith Blakelock viene linciato a morte da un gruppo di giovani inferociti, i feriti si contano a centinaia, così come le persone arrestate. Ingentissimi i danni.
Il paese è sconvolto e viene avviata una lunga stagione di dibattiti sulle relazioni interculturali e sulla viabilità economica di quello che è uno dei quartieri più poveri di Londra, se non addirittura di tutta la Gran Bretagna.

Nel 1985 il laburista Bernie Grant era responsabile del distretto londinese di Haringey e rappresentante di Tottenham in Parlamento.
Aveva scatenato un putiferio schierandosi dalla parte dei manifestanti e reagendo con sarcasmo alla richiesta dei poliziotti di poter sparare sui dimostranti usando pallottole in plastica, nel caso incidenti simili si fossero ripetuti.
“Se oggi fate una simile richiesta è perché a Broadwater Farm le avete prese di santa ragione – aveva detto Grant – E’ fuori luogo che io condanni i manifestanti e il loro comportamento verso le forze dell’ordine. La loro reazione è più che comprensibile.”

Dichiarazioni ben diverse da quelle dell’attuale rappresentante di Tottenham in Parlamento, David Lammy, pure lui laburista.
Con toni meno sovversivi Lammy si è limitato a manifestare il disappunto del suo partito dichiarando che “Diversi agenti di polizia sono stati ricoverati in ospedale gravemente feriti. E’ una vergogna e il governo deve usare ogni mezzo per far cessare questa violenza.”
Clive Crichlow, presidente del National Black Police Association, l’associazione che cura gli interessi dei poliziotti appartenenti alle minoranze, ritiene che non ci si deve meravigliare della reazione scatenata dalla morte di Mark Duggan : “La gente si sente abbandonata, le minoranze si sentono abbandonate perché sanno che la polizia non difende i loro interessi. Questa non è una scusa per le violenze in atto ma non si può ignorare quanto accaduto. Dobbiamo trarre da questi eventi il debito insegnamento e capire che il problema è come queste persone vengono rappresentate.”

Nel distretto londinese di Haringey, dove si trova Tottenham, oltre 10’000 persone non hanno né lavoro né una qualsiasi forma di assistenza sociale. Le ultime cifre ufficiali mostrano che per un posto di lavoro ci sono 54 candidati all’impiego.
Malgrado gli investimenti fatti nel corso degli ultimi decenni i problemi persistono e la situazione non è cambiata.
Molte promesse non sono state mantenute, molti progetti non sono stati realizzati. Il quartiere di Northumberland Park, vicino al luogo in cui sabato scorso sono iniziati gli scontri, è uno dei luoghi più poveri di tutto il paese, una caldaia sempre sul punto di esplodere.
La morte di un giovane di colore per mano della polizia è stato l’elemento che ha scatenato rabbia e frustrazioni sociali da tempo represse. Doveva accadere. Si trattava soltanto di una questione di tempo.