Nella notte appena trascorsa, a Birmingham, Manchester e Liverpool centinaia di giovani con il viso coperto da passamontagna hanno attaccato gli agenti di polizia con bastoni, bottiglie molotov, sassi e spranghe di ferro, hanno incendiato veicoli e negozi, banche ed uffici.
Quasi trecento le persone arrestate, molti i feriti, anche fra i poliziotti.

La calma sembra per contro essere tornata a Londra, dove l’ordine è stato ristabilito a fatica da 16’000 poliziotti in tenuta antisommossa.
Nella capitale è comunque percettibile una notevole tensione. Molti negozi sono rimasti chiusi e bande di giovani occupano ancora le strade dei quartieri periferici, pur senza scatenare scontri con i poliziotti che li sorvegliano da vicino.

La collera dei manifestanti potrebbe essere accresciuta ed esasperata dalle ultime rivelazioni degli inquirenti. Sabato notte i disordini erano scoppiati nella capitale inglese alla notizia dell’uccisione in un conflitto a fuoco con la polizia di Mark Duggan, un 29enne di colore.
Secondo un comunicato della Commissione indipendente incaricata di esaminare i reclami contro la polizia, a questo stadio delle indagini non esiste nessun elemento a conferma che l’arma ritrovata accanto al corpo di Duggan fosse stata usata per sparare contro i poliziotti.