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Anche venerdì il nervosismo permane sui mercati europei, altalenanti in chiusura di settimana, malgrado le restrizioni sulle vendite a scoperto imposte dalle autorità di vigilanza comunitarie in Francia, Italia, Spagna e Belgio. Restrizioni alle quali Londra non intende conformarsi e che il governo tedesco vorrebbe invece vedere estese a tutta la Zona euro.

In Francia le banche creano incertezza alla Borsa di Parigi, dopo le voci sul probabile fallimento di Société Générale, sull’esposizione di altri grandi istituti francesi sui titoli di Stato di Italia e Grecia e sulla conferma che la crescita francese nel secondo trimestre è stata nulla.
Il debito delle banche spagnole nei confronti della Banca centrale europea è progredito in luglio sorpassando i 50 miliardi di euro, per la terza volta quest’anno, segno evidente delle difficoltà di finanziamento sui mercati.

Venerdì il franco ha visto un notevole deprezzamento nei confronti di euro e dollaro USA. Verso le 13h50 1 euro valeva 1.09 franchi, mentre un dollaro valeva 0.77 franchi.
Di ieri la notizia che per diminuire la forza del franco, la Banca nazionale svizzera valuta un suo ancoraggio temporaneo all’euro, “fintanto che ciò è conciliabile con la stabilità dei prezzi a lungo termine – ha dichiarato il vicepresidente della BNS Thomas Jordan.
Un ancoraggio solo temporaneo, in quanto una misura permanente non è compatibile con il mandato della Banca nazionale.
Una misura che stando Jean-Pierre Danthine, membro della Direzione generale della BNS, non è facile da realizzare, né sul piano politico né tantomeno su quello legale: “Non abbiamo una bacchetta magica, questa situazione è molto difficile e complicata.”

Thomas Jordan ha aggiunto che la BNS potrebbe anche adottare altre misure, una dichiarazione che ha fatto aumentare le voci secondo cui si starebbe preparando l’imposizione di una tassa sui depositi in franchi dei clienti stranieri delle banche.