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I pericoli maggiori per la finanza internazionale non stanno giungendo dagli Stati Uniti, come accadde nel 2008, ma dall’Europa.
E’ quanto sostiene oggi in un’intervista su La Regione Giovanni Barone Adesi, professore di economia presso la facoltà di scienze economiche dell’USI.

“La questione dell’eccessivo indebitamento degli Stati dell’eurozona se non risolta in modo definitivo rischia di essere una bomba ad orologeria che potrebbe far esplodere il caos finanziario nei prossimi mesi – spiega Barone Adesi – In Svizzera si parla poco di una prossima sentenza della Corte costituzionale tedesca chiamata a esprimersi sulla costituzionalità degli aiuti alla Grecia. La sentenza è attesa per fine settembre.”

Qualora la sentenza fosse negativa, il piano di salvataggio varato dai paesi della Zona euro fallirebbe, così come fallirebbe la credibilità dell’euro, prosegue il professore.
“Le conseguenze drammatiche dal punto di vista finanziario per chi detiene titoli del debito statale dei paesi europei – banche svizzere comprese – sono facilmente immaginabili. E sul rischio che corre l’Unione monetaria europea si è espressa proprio la Bundesbank che ha avvertito che le ultime decisioni prese dai Paesi dell’Unione europea per fronteggiare la crisi dei debiti sovrani minacciano di indebolire la solidità della stessa unione monetaria.”