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Alla luce dell’annuncio dell’’UBS di sopprimere 3500 posti di lavoro, 400 dei quali in Svizzera nell’ambito del programma di riduzione dei costi pari a 2 miliardi di franchi svizzeri, il Partito socialista chiede al Governo ticinese di intervenire presso la banca affinché nessun posto di lavoro sia cancellato in Ticino.

Questa decisione dell’UBS segue quella presa il mese di luglio scorso dal Credito svizzero di tagliare 2000 posti a livello mondiale.
Il Partito socialista è indignato per questa decisione dell’UBS, che nel 2008 ha beneficiato di importanti aiuti statali. Decisione ancor più scandalosa alla luce del fatto che la banca continua a distribuire stipendi e bonus milionari ai propri manager.
Nel settore bancario la forbice dei salari si allarga sempre più: mentre il 10% del personale in cima alla scala salariale guadagna mediamente 20’255 franchi, il 10% in fondo percepisce 5238 franchi.
Il Partito socialista ricorda che allorquando nel 2008 si stanziarono gli aiuti all’UBS, aveva presentato diversi emendamenti per limitare i bonus e i salari dei manager e dei dirigenti della banca, emendamenti che furono bocciati anche grazie al voto dei rappresentanti dei partiti PLR e Lega a Berna.

Marina Carobbio Guscetti
Fabio Pedrina