“Rafa”. Il campione di tennis Rafael Nadal si racconta in una biografia redatta con l’aiuto del giornalista inglese John Carlin, 272 pagine di cui alcune già pubblicate dalla stampa britannica (l’opera è scritta in inglese).


“Il silenzio del Centre Court (di Wimbledon) racconta Nadal nel suo libro – è una benedizione. La difficoltà maggiore quando disputo un incontro è far tacere le voci che sento in testa, riuscire a svuotare la mente.”
Malgrado la sicurezza con cui quasi sempre straccia gli avversari, a 25 anni Nadal è ancora pieno di paure e insicurezze, ha paura del buio e si addormenta sempre con la luce o la televisione accese, come racconta la madre Ana Maria Parera.
Lui afferma di essere cosciente delle sue nevrosi e per questo si impone continuamente una forte autodisciplina. Un’autodisciplina che traspare dai suoi numerosi tic, nei suoi gesti al limite del maniacale.

Lui ammette che visti da fuori questi gesti sembrano strani: “Metto sempre due bottiglie ai miei piedi di fronte alla sedia – racconta – esattamente una dietro l’altra secondo la diagonale del campo da tennis. C’è chi dice che lo faccio per superstizione ma non è così. E’ il mio modo di entrare nella partita, di avere il controllo su quello che mi circonda e di far seguire all’incontro la via che ho già tracciato nella mia mente.”