Nella notte fra l’11 e il 12 novembre 2010 Hans Peter Maier aveva ucciso il 40enne Matteo Diebold nella sua abitazione di Lugano, per “motivi passionali”.
I due uomini erano infatti legati da una relazione e – come si apprende stamani dai giornali – da centinaia di migliaia di franchi che Diebold aveva prestato all’amico.
Difeso dall’avvocato Carlo Steiger, Maier (nella foto) aveva dapprima negato ogni accusa. Incapace di fornire un alibi convincente, era stato arrestato il 15 novembre con l’accusa di omicidio intenzionale dovuto a motivi passionali.
Seguendo il consiglio del suo legale, dopo oltre un mese aveva ammesso di aver ucciso Matteo per motivi di natura sentimentale.
Il procuratore pubblico Moreno Capella ha ora esteso il procedimento a suo carico ad assassinio (l’accusa più grave contemplata dal codice penale e che lui contesta), truffa, appropriazione indebita, amministrazione infedele e amministrazione infedele qualificata.
Questo a seguito dei recenti sviluppi dell’inchiesta, che hanno portato alla scoperta del prestito di centinaia di migliaia di franchi che Diebold aveva fatto al 50enne cittadino germanico.