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I tempi per l’aggregazione di Brione s/Minusio, Locarno, Mergoscia, Minusio, Muralto, Orselina e Tenero stanno maturando e il tema, divenuto di assoluta attualità, sta ottenendo tutta l’attenzione che merita.
Dopo lustri di iniziative e studi “svaniti” o “volutamente dimenticati” nei meandri del Dipartimento delle Istituzioni, finalmente la questione viene sottoposta al più legittimo destinatario: il popolo sovrano.

Da parecchi mesi l’aggregazione è un argomento importante e sono nate iniziative che la sostengono.
Sono significative quella degli ex sindaci come pure quella dei giovani. Mentre i primi basano il loro appoggio alla grande Locarno sulla lunga esperienza politica e di vita e sulla conoscenza della realtà locale (con qualche saggio ripensamento), il Sì dei giovani è quello delle nuove generazioni, uno schieramento che non può essere ignorato.

I soliti nemici della fusione non mancano e stanno lavorando sodo. Tra questi c’è il Corriere del Ticino, che in quanto testata ritenuta piuttosto oggettiva delude per la sua semplicistica e imprecisa strumentalizzazione dei moltiplicatori comunali.
Fra i contrari spicca anche la posizione del sindaco PLRT di Minusio, Felice Dafond, che in contrasto a esecutivo e legislativo si è fissato sull’Alleingang, con giustificazioni per nulla convincenti visto il modo deciso con il quale viene contestato.
Ci sono poi quelli che si oppongono all’aggregazione per difendere il proprio orticello o semplicemente perché hanno paura del cambiamento.
Nessuna sorpresa per contro dalla roccaforte del No, il sindaco di Muralto Stefano Gilardi. La vistosa richiesta di riduzione del moltiplicatore “ad hoc” potrebbe però ritorcersi contro di lui e far sorgere dubbi del tipo: “fino ad oggi i muraltesi hanno pagato troppe imposte?”. Oppure “se non ci fosse in vista l’aggregazione, avrebbe ugualmente proposto la riduzione del moltiplicatore?” Alla fine forse la fusione potrà dare più trasparenza.

Riguardo all’aggregazione, sinora la cittadinanza ha avuto poche informazioni chiare, complete, oggettive e soprattutto rassicuranti.
Per buona che potrà essere la documentazione tematica che verrà ora distribuita e spiegata a chi risiede nel comprensorio interessato, è illusorio pensare che le persone chiamate a votare siano in chiaro e convinte sugli effetti, i vantaggi e gli svantaggi dei cambiamenti derivanti dall’aggregazione.
Una cosa però è certa: fintanto che il Locarnese continuerà disunito, mancheranno le energie per affrontare sfide il cui rinvio implica la perdita di forza contrattuale verso il governo cantonale, le altre regioni del cantone, altri enti svizzeri ed esteri.

Un Locarnese disunito non è attrattivo per i promotori interessati a investire nella regione, mette in pericolo il mantenimento dei posti di lavoro e di un buon livello di vita e pregiudica l’apertura a nuovi positivi sviluppi nel futuro.
Il Sì a favore dell’aggregazione il prossimo 25 settembre sarà un segnale chiaro e deciso di fiducia in un cambiamento atteso da tempo, il segnale di liberazione da dubbi e incognite. Fiducia nel futuro, nelle possibilità e nelle potenzialità del Locarnese.
Non da ultimo, dicendo Sì all’aggregazione i locarnesi possono dimostrare di sentirsi ticinesi di categoria A e di prendersi a cuore questo magnifico ed inimitabile cantone.

Marco Magistra