L’agenzia statunitense di finanziamento del settore immobiliare che controlla i grandi istituti nel mercato dei mutui, come Fannie Mae e Freddie Mac, è pronta ad avviare una causa contro 17 banche, per il loro coinvolgimento nella crisi dei mutui subprime.
Le banche colpite dalla causa legale sono JP Morgan Chase, Countrywide, Goldman Sachs, Merryll Linch, Morgan Stanley, Credit Suisse, Deutsch Bank, Bank of America, Ally, GE, Citigroup, Royal Bank of Scotland, HSBC, Nomura Bank, First Horizon, Barclays e Société Générale.
UBS, anche coinvolta, se ne è tirata fuori pagando una multa di circa 900 milioni di dollari.
Le banche sono accusate di aver taciuto il pericolo dei titoli legati ai mutui nel periodo della bolla speculativa che ha colpito il settore immobiliare statunitense.
Fannie Mae e Freddie Mac, che all’epoca dei fatti garantivano circa il 90% dei mutui ipotecari negli Stati Uniti, si erano lanciati nei subprime nel 2006, quando questo mercato iniziava a mostrare i segni del crollo imminente.
Un’operazione che ha causato perdite di 30 miliardi di dollari e che ha portato i due istituti alla messa sotto tutela due anni più tardi.
Di fronte a questa notizia il pensiero va alla polemica attorno alla banca centrale statunitense, la Federal Reserve, per i 1’200 miliardi di dollari che fra il 2007 e il 2010 ha prestato proprio alle banche che oggi sono sotto accusa.
Ad esempio, a Bank of America la Fed aveva prestato 92 miliardi di dollari, a Morgan Stanley 108 miliardi, a Citigroup 99.5 miliardi, alla Royal Bank of Scotland 84.5 miliardi, a UBS 77.2 miliardi.
Cifre stratosferiche, elargite tramite programmi di aiuto straordinario ad un’aristocrazia bancaria a cui tutto sembra permesso. Centinaia di miliardi di dollari prestati con un interesse dello 0.01% per salvare le banche dal collasso conseguente ad una crisi economica che loro stesse avevano contribuito a creare.
Adesso ecco arrivare la causa legale per i mutui subprime. Sembrerebbe che lo Stato americano – a corto di liquidità – voglia recuperare i miliardi prestati dalla Federal Reserve negli anni scorsi.
Un’analisi semplicistica, certo, ma a volte le cose sono più semplici di quel che si pensa. E se così fosse, allora gli Stati Uniti sono messi ben peggio di quel che si pensa.
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