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Editoriale di fuoco oggi su Il Corriere del Ticino, indirizzato a Giacomo Salvioni. Lo riportiamo qui di seguito nella sua integralità.

“Cercare con ogni mezzo di tappare la bocca agli altri, dare versioni «addomesticate» dei fatti a proprio vantaggio, tacere sugli scheletri nel proprio armadio. Questo l’atteggiamento che traspare dalle dichiarazioni del co-editore di «20 Minuti» ed editore de «LaRegione» riportate ieri da quest’ultima.
Tappare la bocca innanzitutto a «10 Minuti», il nuovo trisettimanale di Bignasca, che la cordata zurighese-salvioniana considera un’inammissibile azione di disturbo nei confronti dei suoi piani di conquista del mercato editoriale ticinese. Lo fa con ingiunzioni, diffide, minacce di azioni legali dalle gravi conseguenze per editore e stampatore.
Nel segno del principio: «i Minuti sono nostri e guai a chi li tocca!». Vedremo quale giudice stabilirà che anche il tempo e le sue misure appartengono a Salvioni e Co.

Versione addomesticata dei fatti. Non è vero che il centro stampa di Muzzano (CST) ha rinunciato alla stampa di «20 Minuti» «a contratto oramai concluso», come afferma Salvioni.
La trattativa era ancora in corso e proprio la sua parte ha introdotto in fase avanzata condizioni che hanno spinto il CST a non concludere l’accordo in quanto il divario tra rischi e benefici era divenuto troppo ampio.
Quindi nessun accordo concluso né tantomeno un contratto firmato. Forse per Salvioni questo è incomprensibile. Ma come, osano dirci di no? sembra chiedersi. Ma è proprio così.
Se allora vogliamo dirla tutta (scheletro nell’armadio), proprio lui ha tenuto aperta per quasi un anno una trattativa con il centro di Muzzano per la stampa de «LaRegione».
Con tanto di condizioni tutt’altro che leggere: ad esempio un contratto vincolante con l’agenzia fotografica che fa riferimento alla testata sopracenerina, che avrebbe portato al licenziamento dei fotografi oggi in forza al CdT (…e poi parla lui di perdita di posti di lavoro!).
Ma, nell’imminenza della firma dell’accordo, Salvioni si è tirato indietro dicendo che non gli andava più bene. Quando lo fa lui è lecito, quando lo fanno gli altri …apriti cielo!

Ma così è il personaggio. E così sono i suoi nuovi alleati (e magari un po’ padroni) che si preparano a calare dal nord per dare l’assalto al Ticino.
E non è esatto dire che corrono a stampare in emergenza da Ringier, a causa del «no» del CST: con Ringier le trattative erano addirittura precedenti ai contatti con Muzzano.
Un’ultima domanda: è ancora opportuno e accettabile che questo Signore, così zelante nella difesa degli esclusivi interessi della sua parte, possa ricoprire la carica di presidente degli editori ticinesi?”