Mentre le Nazioni Unite si dicono preoccupate dall’assenza di una rappresentanza femminile nelle istanze del governo di transizione, nel suo primo discorso pubblico a Tripoli lunedì 12 settembre, Mustapha Abdeljalil, presidente del CNT, il Consiglio nazionale di transizione, ha affermato che l’Islam sarà la principale fonte di ispirazione della nuova Costituzione del paese.
La sociétà libica è conservatrice e religiosa e gli islamisti godono del favore di gran parte della popolazione, soprattutto dopo il loro coinvolgimento in primo piano nella rivolta contro il regime.

Sul terreno non è stata segnalata nessuna offensiva di rilievo, nemmeno nelle ultime città ancora controllate dalle truppe di Gheddafi : Bani Walid, Syrte e Sebha.
Il colonnello Gheddafi rimane introvabile, mentre i suoi soldati difendono con successo questi tre ultimi bastioni. Si ritiene sia a Bani Walid; ieri aveva diramato un messaggio audio sul canale televisivo siriano Arrai, nel quale esortava i libici a prendere le armi per liberare il paese dai ribelli traditori e dalle forze belliche occidentali.

L’ultimatum che il CNT aveva fissato per la resa di Gheddafi è scaduto sabato, ma i ribelli esitano a sferrare l’attacco finale contro Bani Walid, una vasta oasi a 170 chilometri da Tripoli, che conta 52 villaggi e circa 100mila abitanti, tutti fedeli al regime e armati sino ai denti.
Anche l’avanzata su Syrte prosegue a rilento, malgrado l’aiuto degli aerei della Nato – che ieri hanno sferrato un intenso bombardamento sul centro abitato – e l’invio da parte del CNT di rinforzi e di materiale bellico.