Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/clients/d43697fba9b448981cd8cd1cb3390402/web/content/themes/newsup/single.php on line 88

Donatello Poggi ci trasmette – per pubblicazione – una lettera che ha inviato il 20 settembre al Municipio di Biasca.
La riportiamo integralmente
.

“Come semplice cittadino contribuente sono molto preoccupato – scrive Poggi – e non sarò sicuramente il solo, per il grave fatto successo nella notte fra domenica e lunedì nel nostro Comune dove, in Via Marconi, due donne straniere – una residente a Biasca – sono penetrate in un’abitazione privata a scopo di rapina.
L’inquilina della casa, 20enne, è stata minacciata con un coltello ma ha avuto in coraggio di reagire e da qui è nata una colluttazione con ferimento.
Sicuramente poteva andare molto peggio. Le due ladre straniere sono riuscite tuttavia a impossessarsi del contenuto di una cassaforte – probabilmente qualche migliaio di franchi – e sono fuggite, arrestate qualche ora dopo, in quanto la 20enne aggredita ha riconosciuto la ladra residente a Biasca (recidiva?).

Biasca è un comune con un alto tasso di persone straniere, siamo attorno al 38.%, la cui maggioranza composta sicuramente da persone oneste.
Proprio per questo chiedo al Municipio di Biasca, attraverso la Polizia Comunale, di rendere pubblico il nome della ladra residente a Biasca (perfetto caso di integrazione) per questioni di sicurezza e di correttezza verso chi, cittadina/o straniero, si comporta in modo del tutto onesto.
Non m’interessa la privacy, quando fa comodo ci sono le famose “fughe di notizie” e neppure le “ragioni di indagine” che lasciano il tempo che trovano (vedi recente caso di brutale aggressione con seguente decesso a Iragna).
A che punto siamo con le indagini? I cittadini di Biasca devono sapere con chi hanno a che fare.
La Polizia Cantonale e Comunale sono sicuramente in possesso di nome e cognome e quindi si cominci a cambiare sistema, perché altrimenti queste “brave persone” continueranno ad agire indisturbate protette dalla nostra “omertà pilotata”.
Le solite argomentazioni di circostanza non reggono più, anche perché si sono rese note le generalità delle persone in altri casi, come ad esempio nell’episodio legato alla droga di Iragna).”