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La decisione del Consiglio degli Stati sull’iniziativa cantonale ticinese sui ristorni dei frontalieri, non dà alcun motivo di soddisfazione, contrariamente a quanto asserito da alcuni commentatori.

Infatti:
1. la decisione di riavviare i negoziati con l’Italia (per i quali, vista l’attuale situazione economica e politica italiana, non c’è peraltro alcuna fretta, anzi), era già stata presa dal Consiglio federale, quindi la decisione del Consiglio degli Stati non aggiunge, da questo punto di vista, niente di nuovo;
2. non può chiaramente essere accettata la decisione della Camera alta di respingere la richiesta del Ticino di ottenere dalla Confederazione una compensazione per l’eventuale persistere di tassi di ristorno sproporzionati a vantaggio dell’Italia (38,8%, contro il 12,5% concesso all’Austria), tassi decisi nell’interesse generale del segreto bancario elvetico ma fatti gravare sul nostro Cantone che paga per tutti;
3. la mancanza di reciprocità (l’Italia non ristorna nulla per i pochi “frontalieri al contrario”) è nota da 37 anni ed è un problema che, tranne alcune eccezioni, è irrilevante all’atto pratico: non è certo stata la mancanza di reciprocità a spingere il Canton Ticino ha bloccare il riversamento del 50% dei ristorni.

In conclusione dunque la principale e legittima richiesta del nostro Cantone è stata rifiutata dal Consiglio degli Stati: una situazione che, ovviamente non può dare adito a soddisfazione di sorta, anzi.
Si spera dunque che il Consiglio nazionale si mostrerà più sensibile alle legittime richieste del Ticino che di fatto si trova inaccettabilmente discriminato.

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi