Alle elezioni cantonali dello scorso aprile Domenico Bertolino, classe 1964 e residente a Camignolo (Monteceneri), era candidato per la Lega dei ticinesi al Gran Consiglio.
Un’esperienza che ha visto 26’125 ticinesi votare a suo favore e sulla quale gli abbiamo chiesto di ritornare, per raccontare l’atmosfera di quel passaggio particolare della sua vita
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Ticino Live: Signor Bertolino, cosa l’ha spinta a candidarsi al Gran Consiglio per la Lega dei ticinesi? E’ stata una decisione maturata nel tempo oppure è stata una decisione subitanea?

Domenico Bertolino: Sicuramente è stata una decisione maturata nel tempo, anche se come al solito i tempi in politica alla fine sono “stretti”.
Sono stato per più di otto anni segretario della sezione PLRT di Camignolo e impegnato anche a livello comunale, ma gli eventi dell’ultimo anno e le guerre intestine tra l’area liberale e quella radicale mi disturbavano molto, senza contare che la visione della politica era sempre più discostante dalla mia.
Da sempre apprezzavo le buone idee che venivano dal movimento della Lega dei Ticinesi, le vedevo sempre più vicine alla nostra realtà e soprattutto sempre più vicine alla gente. Quindi ho pensato che questo modo di far politica fosse più consone e mi coinvolgesse di più.
In una particolare occasione ho avuto la possibilità di conoscere e parlare approfonditamente con il Signor Lorenzo Quadri e da lì mi sono convinto che il mio futuro politico poteva essere con la Lega dei Ticinesi.
Detto fatto, nei giorni successivi è seguito anche un amichevole e cordiale colloquio con il Nano da cui è scaturita la candidatura per il Gran Consiglio.

TL: Con quale stato d’animo ha avviato la sua campagna elettorale?

DB: Quello di un novizio, per quanto riguarda la corsa al legislativo cantonale, quindi un po’ di tensione, apprensione e perché no anche di voglia di “giocarsela fino in fondo”.

TL: Cosa implica una campagna elettorale? Come si riesce a conciliarla con lavoro e vita privata? Oppure non si concilia e qualcosa prende inevitabilmente il sopravvento su qualcos’altro?

DB: Sicuramente non si può paragonare una campagna elettorale a livello comunale con una cantonale! Dal punto di vista dell’investimento di tempo ed anche economico si viaggia a due velocità quasi completamente opposte, gli impegni e le “apparizioni” si susseguono con un ritmo incessante, anche se, francamente, devo dire che il movimento della Lega dei Ticinesi ha saputo sapientemente accorpare gli incontri con la popolazione, in quattro giornate di festa e presentazione dei candidati, ripartendole dal sud a nord del Ticino.
Non dovendo quindi fare i comizi (che implicano corse estenuanti su e giù per il Ticino, anche in settimana) come si fa invece negli altri partiti, devo dire che ho potuto ben conciliare sia il lavoro che la vita privata.

TL: Come ha vissuto i giorni del voto? Dove ha atteso l’esito delle urne?

DB: L’esito delle urne l’ho atteso a casa. I giorni del voto li ho vissuti in modo molto sereno, ero cosciente del fatto di essere entrato da poco nella Lega dei Ticinesi e che molti elettori potevano non conoscermi ancora, anche se nel frattempo avevo pubblicato diversi articoli sia sul Mattino della Domenica che sul vostro portale di Ticinolive.

TL: Quale il suo stato d’animo dopo i risultati delle votazioni?

DB: Dopo i risultati della domenica, con l’elezione del nuovo Consiglio di Stato sono andato, come molti, a festeggiare ed esultare in Piazza della Riforma a Lugano.
Per quanto riguarda invece i risultati del Gran Consiglio, ero al lavoro e quindi, negli intervalli, entravo in internet per verificare.
All’ufficializzazione dei dati da parte del DI sono stato molto soddisfatto, maggiormente per i seggi in più conquistati dalla Lega che per il mio risultato personale.

TL: Passato il 10 aprile e tornato alla vita “normale”, ha sentito la mancanza del fermento elettorale?

DB: Francamente tutto è tornato normale, come prima. Inoltre, forte del fatto che mi ritenevo soddisfatto del risultato, mi sentivo appagato. Chiaramente, gli apprezzamenti, i complimenti e le strette di mano, sono diminuite col passare dei giorni, ma questo fa parte del gioco…..
Non dimentichiamo comunque che in aprile 2012 ci sono le elezioni comunali e quindi forse il gioco ricomincia…..

TL: Rifarebbe questa esperienza? Se sì, cosa cambierebbe nella sua strategia? Se no, perché no?

DB: Certamente rifarei quest’esperienza (sempre che il Nano me la riproponga)! Anzi consiglio a tutti quelli che fanno politica in modo attivo, di provare almeno una volta a correre per il legislativo cantonale.
Cosa cambierei? Da una parte, forse, essere presente alla maggior parte degli incontri previsti, in modo tale da dare agli elettori la possibilità di conoscermi meglio e sicuramente non mi limiterei a fare solo i “santini” ma troverei altri sistemi (anche informatici) per avere maggiore visibilità.

Grazie mille
Domenico Bertolino