Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/clients/d43697fba9b448981cd8cd1cb3390402/web/content/themes/newsup/single.php on line 88

Intervenendo oggi sul Corriere del Ticino riguardo alla vicenda di Banca Stato, Giovanni Galli fa rimarcare come l’intervento di Laura Sadis in Gran Consiglio abbia fatto solo in parte la chiarezza necessaria per ripristinare il rapporto di fiducia fra l’autorità politica e i vertici di Banca Stato.

Scrive Galli: “La direttrice del DFE è stata puntuale e trasparente nel riferire la genesi dell’informazione sul siluramento del direttore generale, rivelando anche qualche retroscena imbarazzante per il presidente del CdA Fulvio Pelli.
Ha detto che la vicenda è stata gestita male e non ha nascosto le reticenze della banca a livello di comunicazione nei confronti dello stesso Governo. Ma questo slancio di sincerità … ha innescato un supplemento di interrogativi che è andato ad aggiungersi alle denunce e alle critiche sull’assetto e la gestione dell’istituto.

Le indicazioni scaturite dal dibattito sono essenzialmente tre.
La prima è che occorre rafforzare gli strumenti a disposizione della Commissione di controllo del mandato pubblico.
La seconda, che va rivisto un po’ tutto l’impianto dei rapporti fra lo Stato e le sue aziende pubbliche, segnatamente Parlamento, Governo, amministratori e management, per evitare conflitti di competenze e indebite invasioni di campo.
La terza invece è più politica. Il caso Barbuscia è stato rivelatore di un modo di intendere i rapporti istituzionali superato e legato a vecchi schemi di potere.
Sconcerta che Fulvio Pelli abbia chiesto a Laura Sadis di non riferire subito ai colleghi di Governo che la banca voleva cambiare il direttore … E sconcerta che Sadis abbia dato corda a Pelli per una settimana.
… È giusto che un presidente di partito, indipendentemente dal nome e dal partito, sia al tempo stesso alla testa di una banca?”