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In questo periodo di dibattito pre-elettorale, è indispensabile porsi la domanda a chi vogliamo delegare con il nostro voto la responsabilità di prendere le decisioni importanti a livello nazionale per il nostro Cantone Ticino.

Il Ticino necessita più forza di dialogo a livello nazionale e un’immagine più compatta come Cantone di confine e di cultura e lingua diversa oltre che finalmente un rappresentante giovane.
Da zurighese d’origine e ticinese d’adozione, faccio da anni regolarmente la tratta per Berna dal Ticino, portando la nostra voce in alcune commissioni federali. Per me è ben chiaro che chi andrà a Berna il prossimo quadriennio, dovrà possedere la capacità di dialogare per coniugare meglio le nostre esigenze locali a quelle di un governo prevalentemente svizzero-tedesco.
Essere un cantone che rappresenta un’identità culturale e una realtà linguistica della Svizzera è un bene per noi da conservare, ma non una condizione sine qua non per aver un peso specifico maggiore a livello nazionale. Se la nostra futura delegazione ticinese a Berna vuole avere maggior peso, deve essere compatta e unita, ma ben capace ed aperta a dialogare con gli svizzeri tedeschi (maggioranza parlamentare per cultura e lingua).

Il secondo aspetto importante è la partecipazione diretta dei giovani alla vita pubblica. Il Canton Ticino attualmente non annovera alcun giovane con meno di 30 anni tra i suoi membri del parlamento federale e in tutta la Svizzera sono solo 5 parlamentari uscenti che presentano un età inferiore ai 30 anni (2,5%). Credo che il volto nuovo della nostra delegazione ticinese alle camere federali debba includere anche un rappresentante dei giovani che hanno intrinseco una visione e una concezione orientata al futuro del nostro stato sia per motivi di età, sia per essere cresciuto in un’epoca di rapidi mutamenti, globalizzata ed iper-informatizzata che richiede un’ adattamento più veloce all’ambiente per poterlo conservare.
L’uso dell’informazione quotidiana abbatte frontiere e modella la società, senza porre più freni, se non quelli imposti dalle persone e in particolare dai giovani stessi che più spesso chiedono ascolto per frenare un mondo che viaggia ad una velocità troppo elevata ormai, lasciando purtroppo per strada anche troppi di loro prematuramente.
La Svizzera ha uno dei tassi più alti di suicidio giovanile dell’Europa occidentale, preoccupando anche Pro Juventute che ha incentrato la sua recente campagna alla prevenzione di questo triste problema. Molti problemi li concernono direttamente, come la disoccupazione e la povertà giovanile.
Non a caso temi come un’economia più sostenibile e durabile per migliori prospettive future, per la protezione dell’ambiente o l’abbandono del nucleare hanno mobilitato molti giovani, forse troppo poco coinvolti negli ultimi decenni. Non devono quindi far solo da spettatori: devono e devono poter partecipare alla vita pubblica anche ai massimi livelli in Svizzera per costruire il mondo di domani, il loro.
E’ anche questione di assumersi le responsabilità delle scelte. L’iniziativa easyvote (www.easyvote.ch) vuole sollevare l’interesse e la partecipazione dei giovani alla vita pubblica.
Vista la bassa partecipazione alle urne all’ultimo rinnovo delle camere federali nel 2007 mi auspico che raggiunga il più gran numero possibile di giovani votanti e che vengano votati anche i giovani candidati.

Evelyne Battaglia Richi
Vicesindaco e già candidata al GC PPD