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Il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso ha chiesto mercoledì nel suo discorso di fronte al Parlamento europeo sullo stato dell’Unione l’introduzione di una tassa sui flussi finanziari.
A partire dal 2014 l’UE dovrebbe tassare le transazioni effettuate sulle azioni e sui prodotti derivati e ricevere in questo modo sino a 57 miliardi di euro
.

Oltre alla tassa sulle transazioni finanziarie, Barroso ha chiesto maggiore collaborazione fra gli Stati.
Lo avrebbe però fatto in un modo che gioca a favore degli euroscettici, rileva oggi il quotidiano svedese Dagens Nyheter : “Barroso ha ragione nel chiedere coesione per combattere uniti la crisi. Ma lui stesso è un funzionario pagato lautamente che non corre alcun rischio nel blaterare di fronte al Parlamento europeo i suoi discorsi surrealisti. Sono i dirigenti politici dei singoli Stati che devono adottare misure difficili ed estreme ed imporle alla popolazione.
Dichiarando che l’Unione monetaria non può funzionare senza un’Unione economica, Barroso porta l’acqua al mulino di chi oppone all’UE. Dalle sue parole si potrebbe capire che i governi abbiano spinto i cittadini ad accettare l’euro promettendo loro che si sarebbe trattato unicamente di una moneta, mentre tutti sapevano che dietro c’era ben altro.
Con i suoi grandi proclami Barroso è una provocazione verso quanti davvero stanno lavorando seriamente per la coesione dell’Europa.”

Ancor più sarcastico è il commento sulla Neue Zürcher Zeitung : “Il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso chiede l’introduzione di una tassa sui flussi finanziari. E’ una dichiarazione in piena contraddizione con la logica dei mercati. Niente è più mobile dei capitali che se ne vanno per non tornare più.
Chi sarebbe così idiota da accettare una simile mostruosità? Se a Bruxelles verrà adottata l’iniziativa proposta da Barroso, c’è il rischio concreto che l’Unione europea si spari una pallottola dritta in un piede.”