Oggi è iniziata in Tunisia la campagna elettorale per le elezioni del 23 ottobre. Si tratta di un evento storico dopo decenni di dittatura e del partito unico dell’ex presidente Zine al Abidine Ben Ali.

Primo paese ad essere stato travolto dall’ondata di ribellione che da gennaio sta attraversando diversi paesi islamici, la Tunisia va alle urne per eleggere un’assemblea costituente nove mesi dopo la caduta del regime di Ben Ali, cacciato da Tunisi il 14 gennaio.
Dalle prime ore di sabato, a Tunisi militanti e simpatizzanti dei partiti sono nelle strade per affiggere i cartelloni elettorali e le liste dei candidati: 1500 liste elettorali e un totale di 11mila candidati.

Eletti con il sistema proporzionale, i 217 membri della futura Costituente avranno il compito di redigere la nuova costituzione del paese.
Per lanciare la sua campagna, il movimento islamista Ennahda, considerato il favorito dello scrutinio, ha molto simbolicamente scelto la città di Sidi Bouzid, dove era iniziata la rivolta popolare.
Duramente repressi dal regime di Ben Ali, gli islamisti godono della simpatia di una vasta fascia della popolazione per il loro passato nell’opposizione. Però non sono loro che hanno fatto la rivoluzione, ricordano i loro detrattori.
A Tunisi, centinaia di militanti e di simpatizzanti di Ennahda hanno percorso sabato mattina le strade della città vecchia, la Medina, discutendo con commercianti e passanti, una manifestazione per mostrare la capacità di mobilitazione e di organizzazione del partito.

I tunisini sono dubbiosi e indecisi di fronte alla grande quantità di candidati, anche se le formazioni a cui andrà la maggioranza dei voti saranno solo cinque o sei. La stampa tunisina pubblica già da qualche giorno disegni umoristici di elettori sepolti sotto montagne di liste elettorali.
“E’ la prima elezione democratica del paese, l’organizzazione è molto complessa, c’è molto lavoro da fare, molte spiegazioni da rilasciare – ha commentato Maria Espinosa, capo aggiunto della missione d’osservazione dell’Unione europea. Espinosa si è però detta fiduciosa e ha espresso soddisfazione per il clima produttivo e trasparente.