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L’Associazione per la difesa del servizio pubblico si esprime sulla recente vicenda che ha coinvolto Banca Stato, il presidente del suo Consiglio di amministrazione, Fulvio Pelli e il suo ex-presidente della Direzione generale, Donato Barbuscia.

“Non vi è nessun motivo di trasformare la Banca dello Stato in società anonima o in società anonima di diritto pubblico – si legge in una nota diramata da questa associazione – Un cambiamento simile non aggiunge nulla, né all’operatività né alla sicurezza. Per contro l’una farebbe cadere la garanzia dello Stato e l’altra la renderebbe zoppa.
Entrambe le soluzioni condurebbero facilmente all’introduzione dell’azionariato privato, ossia alla semiprivatizzazione, ciò che creerebbe un ineluttabile conflitto tra la parte pubblica (per l’attuazione del mandato) e la parte privata (per il maggior profitto).”

Riguardo al mandato assegnato dallo Stato alla Banca – risalente al 1914 – l’Associazione ribadisce la sua validità : Banca Stato deve infatti “favorire lo sviluppo economico del Cantone e offrire al pubblico la possibilità di investire in modo sicuro e redditizio i suoi risparmi.”
L’applicazione di questo obiettivo può avvenire soltanto attraverso una struttura di istituto di diritto pubblico che consente la massima garanzia di efficacia e di sicurezza al tempo stesso.