“Un politico deve saper ascoltare la gente, capire le sue preoccupazioni e dare le giuste risposte. Ho sempre puntato sulla semplicità e la chiarezza e intendo farlo anche in futuro, se eletto a Berna, ad esempio nella questione del Gottardo, battendomi contro l’isolamento del Ticino per tre anni, come proposto dal Consiglio federale.”

Con queste parole Fabio Regazzi, candidato PPD al Consiglio Nazionale, introduce una riflessione che spazia tra varie tematiche di pertinente attualità.

DIFENDERE IL TICINO E PROMUOVERE LA POLITICA FEDERALE

“Chi siede a Berna deve promuovere una politica federale e nel contempo tutelare gli interessi del proprio cantone – ci dice Regazzi – Le dinamiche della nostra democrazia sono complesse e presuppongono una capacità di conciliazione tra il livello federale e le specificità di un cantone di frontiera come il nostro. Di fronte a un mondo globale la Svizzera affronta i propri problemi con ritardo, e quando le soluzione vengono adottate si rivelano spesso tardive e inadeguate.
Il guaio è che non possiamo più perdere tempo poiché i problemi si fanno sempre più gravi e l’inquietudine della popolazione aumenta: Gottardo, ristorni, concorrenza tra manodopera frontaliera ed indigena, sicurezza, tanto per citarne alcuni. Occorre cambiare il modo di fare politica anticipando le soluzioni e non attendere che questi si acuiscono esasperando la nostra popolazione.”

SE CONFRONTATI CON I PAESI VICINI, PER NOI E’ ECCESSIVO PARLARE DI CRISI
“Parlare di “crisi” mi pare eccessivo: al momento i fondamentali dell’economia svizzera sono buoni se confrontati con i nostri vicini e gli Stati Uniti.
Il tasso di disoccupazione rimane relativamente basso, le esportazioni per ora reggono. Ma l’onda d’urto della crisi internazionale associata alla forza del franco svizzero per rapporto all’euro e al dollaro non tarderà a dispiegare i suoi effetti.
Quella dei cartelli è certamente una piaga da combattere con determinazione perché penalizza l’economia di mercato e i consumatori. Mi impegnerò per cercare di smantellare gli accordi cartellari, anche se sarà la battaglia di Davide contro Golia.”

ABBIAMO MINISTRI CHE LAVORANO LIBERI DA SCADENZE ELETTORALI
“Un’elezione del Consiglio federale da parte del popolo destabilizzerebbe il nostro sistema inducendo i singoli membri dell’esecutivo a fare campagna elettorale in permanenza. Mi pare che oggi i nostri ministri lavorino con serenità e senza essere condizionati dalle scadenze elettorali e dall’assillo degli indici di popolarità come avviene in altri paesi.
Inoltre, e non meno importante, in caso di elezione popolare assumerebbero un’importanza maggiore la pubblicità e i capitali investiti nella campagna. Non nascondiamoci dietro un dito: dietro questa proposta c’è un partito che dispone di più mezzi finanziari in politica, sia in caso di votazioni che di elezioni.”

SAN GOTTARDO: UN SECONDO TUNNEL
“La chiusura del Gottardo sarebbe una sciagura per l’economia del Cantone Ticino, in particolare per l’industria, il commercio e il turismo e stando a un recente studio della Camera di Commercio implicherà una perdita di diverse migliaia di posti di lavoro (basti pensare che sono già 2000 gli impieghi persi tra le 515 aziende intervistate nella ricerca).
La mia posizione è chiarissima: il Cantone Ticino non può rimanere isolato dal nord della Svizzera e dal nord Europa. La Confederazione deve assicurare al Ticino un collegamento stradale sicuro e affidabile. La soluzione da me sostenuta è quella di costruire un secondo tubo, procedere a risanamento del primo, e in seguito aprire il traffico unidirezionale nei due tunnel.”

PROBLEMATICHE CON L’ITALIA: SIAMO IN PARTE RESPONSABILI
“Nel governo federale c’è una scarsissima conoscenza dei problemi cui il Ticino è confrontato con il suo vicino del sud, basti pensare che i contatti con l’Italia avvengono in inglese, e non italiano, una delle nostre lingue nazionali.
Di questo purtroppo portiamo anche una parte di responsabilità. Chiederò al Consiglio federale di creare una piattaforma di dialogo permanente con la vicina Penisola. Mi pare assurdo che con il secondo partner economico della Svizzera, dietro la Germania, e davanti a Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna non esista un segretariato permanente che si occupi delle questioni commerciali (vedi caso inserimento delle nostre aziende sulle black list italiane) e della manodopera (flusso continuo di frontalieri).”