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FRANCESCO DE MARIA INTERVISTA FULVIO PELLI, PRESIDENTE DEL PLR SVIZZERO E CANDIDATO AL CONSIGLIO NAZIONALE.

Francesco De Maria: Nell’aprile 2011 è successo quel che si pensava non potesse mai succedere. Qual è la sua reazione, a freddo e ben meditata, dopo mesi?
Fulvio Pelli: Se si perde, è sempre colpa propria. Il partito liberale radicale non ha saputo presentarsi agli elettori unito e con un programma convincente. Peccato. Ci saranno nuove occasioni: e noi cercheremo di sfruttarle. Il vantaggio di aprile è stato il rinnovamento del partito.

FDM: Al di là delle conseguenze pratiche, vede il significato simbolico di questo cambiamento?
FP: Non credo tanto nei simboli. Ora altri devono prendere delle responsabilità. So per esperienza che non è facile.

FDM: Prima delle elezioni d’aprile, di fronte all’evidenza di un annunciato disastro, era possibile effettuare un tentativo “eroico” per ricompattare il partito? Procedere a testa bassa, “tanto Vitta batte Morisoli e i Liberali andranno alla malora”, non è forse stato un terribile errore? Questa è l’opinione di chi Le parla, che ovviamente non conta nulla.
FP: Del senno di poi son piene le fosse … Osservo che sia Vitta che Morisoli avrebbero avuto le qualità tecniche per entrare in Consiglio di Stato, ma all’uno mancava un po’ di presenza e all’altro, come si è dimostrato, dirittura. La gente se ne è accorta, purtroppo per loro, ma anche per noi.

FDM: A disastro avvenuto, la vittoria radicale conseguita, ma soprattutto la vittoria leghista conseguita, non si poteva effettuare un estremo tentativo per affrontare le Federali in una situazione meno disperata?
FP: Non vi è stata una vittoria ma una sconfitta radicale. E una sconfitta di tutto il partito. Dopo una sconfitta è giusto ragionare, non giocare d’azzardo. E’ sul lungo temine e non sul breve che si può ricuperare.

“SERGIO MORISOLI, UN FUNZIONARIO CHE HO STIMATO”

FDM: Le elezioni al Nazionale saranno importanti, ma la partita più bella si giocherà agli Stati. Concretamente, quali sono le migliori chance per Abate di vincere? Quali le migliori chance per Morisoli di perdere?
FP: Abate ha le qualità per riuscire e ce la farà: è preparato, saggio, corretto e quindi stimato. E ha una carriera onorevole dietro si sé. Morisoli è stato un funzionario che ho stimato, ma come politico mi sembra pronto anche a vendere l’anima. Non si può raccontare il contrario ogni sei mesi.

FDM: In una situazione tanto destabilizzata, crede che lo stesso presidente nazionale del partito corra il rischio di perdere il seggio?
FP: Nelle elezioni mai nulla è scontato. Di certo sono in molti quelli che ci sperano, e per riuscirci sembrano disposti a tutto, anche alla diffamazione. A decidere saranno comunque i cittadini. Io accetterò la loro scelta.

FDM: La violenta crisi che imperversò nel 2006/7 e portò all’irrimediabile sconfitta del Liberali nell’aprile 2007 fu gestita da Giovanni Merlini. Lei approvò la linea e il comportamento del presidente cantonale?
FP: Nel 2007 non mi sono occupato delle elezioni cantonali. Comunque le premesse di quell’occasione elettorale erano difficilissime a causa delle difficoltà di Marina Masoni con il suo elettorato.

FDM: Lei era, allora come oggi, il presidente nazionale. Intervenne personalmente in qualche modo o si limitò ad assistere, da spettatore inorridito?
FP: Non intervenni, non era mio compito farlo e non sono stato richiesto di farlo.

FDM: Il partito, per riprendersi, ha chiaramente bisogno di un salvatore, che immagino come un leader carismatico dalle capacità eccezionali. Come si chiama?
FP Lo sapremo l’anno prossimo. Ma il partito ha bisogno molto più di un leader, ha bisogno di una nuova base.

FDM: Sergio Morisoli è un traditore? Avrebbe dovuto lasciare il seggio in Gran Consiglio?
FP: Morisoli ha senza dubbio tradito chi gli ha dato fiducia. Fra questi vi sono anche io. La sua posizione ora è molto ambigua.

LA VICENDA BANCA STATO

FDM: Su Banca Stato una sola domanda. Per quale ragione la comunicazione della sostituzione del direttore generale Barbuscia non è potuta avvenire in modo “normale”? Non si sarebbe risparmiato gravi critiche e dispiaceri, oltre a un danno elettorale evidente?
FP: Non si può comunicare un fatto prima di averne discusso fino in fondo con i protagonisti. Non ci è stato dato il tempo per potere fare le cose per bene, purtroppo. Preferisco comunque i rischi e i dispiaceri cui lei accenna alla sensazione che proverei se avessi trattato male una persona che si è impegnata per la banca per tredici anni.

FDM: Con Manuele Bertoli (dicono proiettato alla testa del DECS da un veto, rivolto contro altri, del PLRT) i docenti avranno: un capo che la pensa come loro, un aumento di stipendio e meno lavoro? (meno allievi per classe)
FP: Non conosco i retroscena delle scelte del Consiglio di Stato, ma ho notato che i rappresentanti della Lega non hanno assunto le responsabilità che avrebbero dovuto. Cattivo inizio! Per il resto in governo restano in cinque e quindi non ritengo gravi in rischi cui lei accenna.

FDM: Ritiene corretta l’affermazione seguente: “In questo momento il PLRT si trova all’opposizione in Consiglio di Stato, insieme al socialista Bertoli?”
FP: Se io fossi in governo, mi riterrei un po’ all’opposizione, ma da solo, quale difensore dei principi liberali, non invece con i socialisti.

FDM: Passiamo alla politica federale. Lei è avvocato, ma politicamente è uomo dell’economia e ha impostato questa campagna sull’economia. L’economia ha fame di forza lavoro. Ma se un afflusso illimitato di lavoratori e di loro famiglie, combinato con un afflusso di rifugiati, veri o presunti tali, avesse un effetto devastante sulla nostra coesione sociale, lei non giudicherebbe troppo alto il prezzo pagato dal paese sull’altare dell’economia?
FP: Non si tratta di elevare altari all’economia, si tratta di dare a tutti coloro che abitano in Svizzera un posto di lavoro. E un posto di lavoro per tutti ci può essere solo se sono date le condizioni per crearli. Per noi liberali realizzare quelle condizioni è una missione. Ogni anno in Ticino vi sono circa 5000 posti di lavoro da occupare, due terzi per dei pensionamenti: ma per circa 2000 non si trovano ticinesi ben formati pronti ad assumerli. E’ il problema principale da risolvere. Ed è un problema culturale tutto nostro: non c’entrano nulla né i rifugiati, veri o presunti, né la libera circolazione, né i frontalieri.

FDM: Come mai l’UDC, che secondo Lei ha sempre torto, che propone “soluzioni” assurde e impraticabili, che espone cartelloni provocanti e politicamente scorretti, continua ad avanzare? Gli Svizzeri sono tutti impazziti? O magari l’UDC ha anche un po’ ragione?
FP: L’UDC non ha sempre, ma solo a volte torto: in particolare quando sacrifica gli interessi nazionali a favore di quelli elettorali suoi, come nel caso dell’iniziativa sulle immigrazioni di massa. Non c’è ricetta alternativa agli accordi bilaterali e quell’iniziativa li distruggerà, con gravi danni per il Paese. Nessuna vittoria elettorale vale quel prezzo.

IL QUASI-CONSIGLIERE FEDERALE FULVIO PELLI

FDM: Molti hanno detto, molti hanno scritto “Il quasi consigliere federale Pelli, Fulvio Pelli che ha sfiorato ecc. ecc.” In tutta sincerità, quanto pensa di essersi avvicinato a quell’ambita carica?
FP: Nel 2003, quando avevo l’età per diventarlo, non ero ancora abbastanza conosciuto per riuscirci. Nel 2009, a 58 anni, avrei potuto riuscirci. Ma quando si ha la possibilità di iniziare una carriera, bisogna sempre calcolare quanto potrebbe durare. L’età giusta per un consigliere federale non è quella fra i sessanta e i settanta.

FDM: Ha più diritto il PBD a un seggio con Eveline Widmer Schlumpf o l’UDC a un secondo seggio? Ha sentito ciò che faranno i democristiani? Le dichiarazioni di Darbellay?
FP: La formula magica per il governo svizzero non sono le alleanze di destra o di sinistra, ma è la collaborazione fra le quattro forze politiche più importanti del paese. Da quella formula sono dipese molte delle cose buone che la politica ha deciso nel passato. Per tale ragione noi liberali le siamo sempre stati fedeli. L’UDC non avrebbe dovuto perdere il seggio nel 2007 e dovrà ricuperarlo nel 2011. Speriamo che prenda sul serio le sue possibilità ed eviti quelle provocazioni che potrebbero negarglielo.

FDM: Cosa succederà il 14 dicembre, quando il Parlamento eleggerà il nuovo Governo? Faccia anzi due previsioni: lo scenario della massima probabilità… e uno di riserva!
FP: Non ho la risposta alla sua domanda: le variabili sono troppe e non dipendono né da me né dai liberali.

FDM: Quelli della Weltwoche (vecchi volponi nemici) hanno titolato: “Se faccio il 25% mi taglio la barba”. Senta, presidente Pelli, secondo me il 24 ottobre la sua barba sarà più folta che mai. E se anche avessero detto 20%… ugualmente la sua (modesta) barba resterebbe al suo posto!
FP: Non è una domanda, non riceverà una risposta. Mi terrò la barba!

Esclusiva di Ticinolive