Dopo solo due mesi e mezzo dal lancio, l’iniziativa popolare UDC “contro l’immigrazione di massa” ha già raccolto 120’000 firme. Questo eclatante successo dimostra che la popolazione considera l’immigrazione illimitata un grave problema. E come potrebbe essere altrimenti se negli ultimi quattro anni il saldo migratorio del nostro Paese è pari a oltre 330‘000 persone, cosa che corrisponde ad un nuovo Canton Ticino.
Conseguenze dell’immigrazione di massa
Un’immigrazione senza freni conduce inevitabilmente a strade intasate dai mezzi di trasporto, all’esplosione degli affitti e dei prezzi dei terreni e a una maggiore richiesta di energia. Inoltre, sempre più, gli immigranti dall’UE prendono il posto dei lavoratori svizzeri, in particolar modo nel settore terziario, mettendo l’occupazione e i salari sotto pressione. Gli stranieri poi che perdono il posto di lavoro non rientrano nei loro Paesi d’origine, come aveva spergiurato il Consiglio federale, ma restano a carico delle nostre assicurazioni sociali.
L’iniziativa e la clausola della preferenza agli svizzeri
L’iniziativa dell’UDC, appoggiata dalla Lega, chiede che il numero dei permessi di dimora per stranieri in Svizzera sia limitato da tetti massimi e contingenti annuali in funzione delle esigenze dell’economia, ma nel rispetto del principio della preferenza agli svizzeri. Questo meccanismo comprenderà anche i frontalieri.
120’000 ignoranti
Ciò che non si può tollerare è che si trattino le cittadine e i cittadini come dei meri beceri solo perché sostengono delle sacrosante proposte dell’UDC. In passato questo è accaduto anche con l’iniziativa volta a espellere i criminali stranieri. Non c’è alcun rispetto verso coloro che la pensano in maniera diversa da questa sedicente “élite” intellettuale. Il popolo svizzero è senza dubbio in grado di valutare la validità di una proposta e non deve essere messo sotto tutela o, ancor peggio essere denigrato, perché manifesta la propria opinione sottoscrivendola.
Dei sedici accordi bilaterali stipulati, due debbono essere rinegoziati: la libera circolazione delle persone e i trattati di Schengen e Dublino, quelli che dovevano portare più sicurezza smantellando le frontiere, tanto per intenderci. Più consiglieri nazionali dunque lavoreranno per questa opzione politica, più il parlamento federale e il Consiglio federale dovranno dare seguito alla volontà del sovrano che rimane ancora, malgrado l’arroganza di alcuni, il popolo svizzero.
Marco Chiesa, candidato UDC al Consiglio Nazionale