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Prime avvisaglie nel pomeriggio. Affluenza alle urne in netta crescita. Per chi mai voteranno questi elettori “usciti di letargo”?

Una domenica emozionante? Sì e no. Il 3-2-2-1 era praticamente sicuro. Ma sperare si può sempre, non si dice forse spes ultima dea? Questa prima, noncurante frase l’avevo scritta alle 15h00! Poi…
La forza della combinazione “patriottica” Lega-UDC ha facilmente sconfitto l’inetto (e abbastanza ipocrita) tentativo dei neo-moralisti organizzati: intellettuali arruolati e paginate sui giornali.
Poteva servire? No, perché la gente a loro non crede. La congiunzione delle liste vale tre seggi, un notevole apporto dal Ticino per il grande gruppo democentrista sotto la Cupola.

Brillante risultato dell’UDC, che avrebbe fatto il seggio anche senza la congiunzione. Eletto e felice il presidente Pierre Rusconi, alla faccia degli “opportunisti”.
Per la Lega, Lorenzo Quadri sicuro, mentre vince di misura la chiassese Roberta Pantani Tettamanti contro il verzaschese Fabio Badasci. Un po’ sotto tono il luganese Paolo Sanvido, fulminato sulla via di Damasco e convertito dal PPD alla Lega. Chissà mai, i diffidenti descamisados non gli avranno creduto?

Il 23 ottobre 2011 si unisce al 10 aprile nel suggellare il disastro della manovra suicida innescata in seno al PLRT nell’anno 2006 al fine di abbattere la componente Liberale. Il voto odierno dimostra una volta ancora (se ce ne fosse bisogno) che il PLR, ridotto alla sua componente socialisteggiante/socialista, risulta perdente.
Confermato Ignazio Cassis. Il presidente nazionale Fulvio Pelli, un politico rispettato e sommamente pervicace (si potrebbe però anche usare un’altra parola), si salva in extremis ma – e ci scuserà l’amico Fulvio – il suo destino è segnato.
Ha dato molto e ha sbagliato molto, in un mestiere più che difficile. Giovanni Merlini ha mancato di un soffio un grasso premio per una presidenza indifendibile che, in ultima analisi – perché le cose bisogna giudicarle alla fine, e poi dirle! – ha distrutto il PLRT.

Tra gli azzurri, bella vittoria di Fabio Regazzi, all’ala destra nel partito. Eccezionale risultato del giovane e simpatico segretario cantonale Marco Romano, che consegue un pareggio rocambolesco e quasi incredibile con la quotata Monics Duca Widmer: 23’979 voti a testa.
Non so calcolarvi la probabilità matematica di un simile evento. Certamente bassissima. Deciderà il sorteggio, come ha dichiarato il cancelliere dello Stato Gianella.

Il “gran rifiuto” di Sergio Savoia al PS ha causato – com’era prevedibile – la perdita di un seggio socialista senza che l’emergente e valida Greta Gysin abbia avuto una vera chance di andare a Berna. Un incidente nucleare (anche in paesi remoti) nella prima metà del mese avrebbe fatto gran comodo, ma purtroppo non è accaduto niente.

Il prossimo traguardo è fissato al 20 novembre: sarà ballottaggio per il Consiglio agli Stati. La classifica odierna (fase 1) vede in testa la corazzata Filippo Lombardi, seguita da Fabio Abate, Franco Cavalli e Sergio Morisoli.
Il presidente dell’HCAP va forte e sembra imbattibile (ben più della sua squadra) ma per la seconda poltrona la contesa è aperta.
Moderato, ma la partita non è persa, il risultato di Sergio Morisoli, che – come scrivono speranzosi i suoi avversari – fatica a farsi accettare da certi segmenti della base leghista.
Il PPD, al primo turno, non s’è troppo scaldato per lui; e il sostegno di Idea Liberale non si sa quanto pesi. Ma Giuliano Bignasca, che non ha mai dubbi, ostenta sicurezza in TV. Vincerà. Noi, vedremo.

Oggi Michele Moor commenterà, da me intervistato, i risultati cantonali e federali.