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È deciso: forte del risultato alle recenti elezioni Marina Carobbio Guscetti si è lanciata nella corsa per un seggio ticinese al Consiglio Federale. Un percorso dove affronterà parecchi ostacoli. Primo fra tutti il ritardo nel dichiarare la sua candidatura: ora dovrà attivarsi al massimo per farsi conoscere meglio anche fuori dai confini del Ticino.

In Ticino Marina Carobbio Guscetti non gode delle simpatie di tutti. Per il suo modo che molti giudicano un po’ caparbio, troppo deciso e troppo poco “gentil-ticinese” viene considerata poco elegante e dunque non rappresentativa, non idonea alla figura di Consigliere federale.
Va detto che in ambito politico si è sempre gettata nella mischia e ha sempre lottato, privilegiando l’aspetto politico ad un aspetto più personale.

Come candidata socialista al Consiglio federale deve superare le barriere poste da un partito che – come altri – si è perso per strada e non trova il contatto vivo con l’elettorato. Se già non è impresa facile conquistare la simpatia di tutti i ticinesi figuriamoci quella dei confederati e dei romandi: senza un supporto unanime e convinto della delegazione ticinese alle Camere è azzardato pensare che Marina Carobbio possa avere reali possibilità di successo.
Visto che la Lega dei ticinesi non intende appoggiarla e l’UDC potrebbe fare altrettanto, la frittata sarebbe fatta in partenza.
Peccato, perchè per questi partiti sarebbe il momento di mettere in pratica alcuni dei loro sani principi e pensare oltre le barriere del gruppo, pensare all’interesse del Ticino. Salvo ovviamente se hanno in serbo un candidato che intendono mettere in corsa per il governo federale.

Forse è tempo che i politici ticinesi smettano di sentirsi su un piedestallo e che pensino a tutto il cantone che rappresentano.
Il Ticino ha appena vissuto “incidenti elettorali” che aggiunti ai problemi congiunturali gettano ombre e sfiducia verso le istituzioni e nel contempo rischiano di far diventare il nostro cantone lo zimbello della Confederazione – una volta di più! – con grave perdita di forza contrattuale nei dibattiti su temi d’importanza capitale per il nostro futuro.
Al contempo si presenta ai nostri deputati l’opportunità di mostrarsi uniti, decisi e compatti e mitigare l’immagine di un Ticino pasticcione. L’opportunità di mostrare un cantone deciso e battagliero. In questo momento particolare, che venga eletta o meno, Marina Carobbio Guscetti può dare al Ticino l’occasione di salvare la faccia e di porre le condizioni per un nuovo modo di far politica.

Che non sia la candidata “ottimale” non ci piove. Tuttavia non sottovaluterei il suo carattere “genuino” (nel bene e nel male). Secondo un ragionamento ad eliminazione, chi è pronto a mettere la mano sul fuoco che sarebbe più inopportuna di una Micheline Calmy Rey, più inefficace di un Johann Scheider-Ammann, meno mediatica di Eveline Widmer-Schlumpf e che dopo un anno in Consiglio federale non si posizionerebbe almeno nella media degli attuali 7 Consiglieri federali, secondo la speciale classifica?
Senza entrare nel labirinto delle speculazioni, la candidatura di Marina Carobbio Guscetti offre l’opportunità di un primo successo per tutti i nostri politici in Ticino e a Berna.
La responsabilità è nelle mani delle direttive dei partiti e della delegazione ticinese a Palazzo federale.
Basterebbe che per un momento gli “Illuminati” della politica cantonale si liberassero dalle polverose ragnatele di presunte ideologie per posare i piedi bene a terra e schierarsi compatti per (ri)dare un’immagine di credibilità, di un Ticino deciso e conscio di voler essere olio, non sabbia, nell’ingranaggio elvetico.

Marco Magistra