Il Tribunale di prima istanza di Tunisi ha emesso oggi un mandato d’arresto internazionale contro Souha Arafat, vedova del leader palestinese Yasser Arafat. La notizia è stata confermata dal portavoce del ministero della Giustizia, il quale non ha precisato i dettagli del decreto d’accusa.


Souha Arafat si era installata in Tunisia nel 2004, alla morte del marito e due anni dopo aveva ricevuto la nazionalità tunisina.
Aveva fondato la Scuola internazionale di Cartagine in collaborazione con Leila Ben Ali Trabelsi, moglie delle’ex presidente tunisino e oggi rifugiata con la famiglia in Arabia Saudita. Stando a quanto aveva riportato all’epoca la stampa locale, per avere il monopolio dell’insegnamento riservato ai rampolli dell’elite del paese le due donne avevano fatto chiudere l’unica scuola privata che da anni era attiva nella regione. Sebbene non sia confermato, proprio per questa vicenda le autorità giudiziarie avrebbero emesso il mandato d’arresto.

Collaborando, le due donne avevano dato avvio ad altri progetti commerciali e questo sino all’agosto del 2007, quando un litigio con la moglie di Ben Ali aveva fatto perdere a Souha Arafat la nazionalità tunisina e l’aveva obbligata a rifugiarsi con la figlia dodicenne a Malta.
I suoi beni immobiliari in Tunisia erano stati sequestrati e un decreto presidenziale l’aveva bollata come “persona non grata” nel paese. Una vicenda di cui si sa poco, in quanto i media occidentali non se ne erano interessati molto.

Souha, che dal 2004 riceve una rendita vitalizia da parte dell’Autorità palestinese, aveva ereditato dal marito una fortuna stimata per l’equivalente di quasi due miliardi di franchi svizzeri.
Oggi divide la sua vita tra Malta e Parigi. Sembra difficile che le autorità tunisine riescano a farla estradare per portarla di fronte ad un tribunale. Seppur poco amata a causa del suo carattere ambizioso e arrogante, grazie alla sua immensa ricchezza Souha Arafat è una donna potente e influente.