All’indomani dell’annuncio del premier greco Giorgios Papandreou sul referendum per statuire sugli aiuti finanziari di Unione europea e Fondo monetario, il presidente francese Sarkozy pone precise condizioni : è bloccato il versamento della rata da 8 miliardi di euro sino a quando i greci avranno adottato il piano di ristrutturazione imposto dal FMI ; il referendum deve tenersi il prima possibile e mettere di fronte ai greci l’unica domanda che a questo punto diventa importante: vogliono restare nella Zona euro?
Sarkozy ha convocato a Cannes per questa sera il premier greco Papandreou, a margine del G20. Con lui valuterà questi due punti cruciali. Prima di questo incontro il presidente francese vedrà la Cancelliera tedesca Angela Merkel, la direttrice del Fondo monetario Christine Lagarde e i rappresentanti del Consiglio europeo, della Commissione europea e della Banca centrale europea. L’allerta è massima, la tensione è palpabile.
Ognuna di queste persone intende mettere Papandreou di fronte a precise responsabilità. Il tempo stringe, la Grecia si trova pressoché senza più liquidità.
I dirigenti europei avrebbero preferito che il premier greco facesse come il suo omologo spagnolo Zapatero, che aveva indetto elezioni anticipate e adottato misure difficili.
Se invece sarà referendum, allora che avvenga al più presto. Il ministro greco dell’Interno, Haris Kastanidis, ha parlato di una consultazione già nel mese di dicembre.
Secondo i responsabili francesi la situazione attuale non è più quella di un’Europa incapace di risolvere i problemi di uno dei suoi Stati membri, ma in quella di un paese che rifiuta una soluzione: “Non possiamo impedire ai greci di suicidarsi – ha dichiarato un funzionario dell’Eliseo – meglio che lo facciano loro, piuttosto che farsi ammazzare da Angela Merkel.”
L’opinione è che con un voto positivo al referendum, il default greco o l’uscita della Grecia dalla Zona euro diverrebber questioni circoscritte a livello nazionale, con rischi di contagio ad altri Stati leggermente ridotti. Anche se l’andamento dei mercati e il crollo di tutte le Borse europee in questi due giorni mostrino come il rischio di contagio sia quasi una realtà.