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L’identificazione e il recupero dei fondi dissimulati dal clan Gheddafi stanno mobilitando un discreto numero di consulenti, avvocati e banchieri a livello internazionale.

La parte conosciuta di questi fondi è stimata a 200 miliardi di dollari – come scrive il quotidiano Los Angeles Times – e si trova presso istituzioni finanziarie che prima della rivolta erano controllate dai Gheddafi (Central Bank of Libya, Libyan Investment Authority, National Oil Corporation, Libya African Investment Portfolio, Libyan Arab African Investment Company…).
Questi fondi “ufficiali” costituirebbero però solo una parte del tesoro.

Prevedendo sanzioni severe e per sfuggire alla sorveglianza dei servizi segreti occidentali, il colonnello Gheddafi aveva dispiegato un esercito di giuristi per dissimulare fondi ben più importanti attraverso una rete di trust e fondazioni situate in diversi paradisi fiscali.
Una parte di questi attivi sarebbe stata convertita in metalli preziosi (oro e diamanti), piazzati poi nelle Banche centrali dei paesi amici e addirittura seppelliti da qualche parte nel deserto libico.