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Marina Carobbio, candidata socialista ad un seggio in Consiglio federale, si esprime in un’intervista pubblicata sull’edizione odierna del Corriere del Ticino. Riportiamo qui di seguito alcuni suoi commenti.

“Non intendo presentarmi solo come la candidata della Svizzera italiana, anche se questo aspetto risulterà certamente importante per la mia candidatura. Ritengo di avere molte altre competenze e specificità che possono servire al Governo di questo Paese e credo sia importante sottolineare anche in questa fase che mi sento una candidata pronta a rappresentare tutta la Svizzera.
… Il Partito socialista non deve più dimostrare di essere capace di portare delle donne ai vertici della politica svizzera. È il partito che lo ha fatto con più tenacia in passato e in questo momento vanta ben due consigliere federali ed una presidente del Nazionale.
… Sarebbe certo stato più facile per me se il PS ticinese fosse riuscito a portare a Berna due consiglieri nazionali e magari anche un consigliere agli Stati. Penso comunque che il mio ottimo risultato personale abbia dimostrato che c’è un sostegno della popolazione nei miei confronti che va al di là del solo elettorato socialista.”

“Oltre al percorso politico, conteranno molto nella scelta del gruppo anche gli aspetti della vita professionale e privata. Io valorizzerò la mia professione di medico e la mia attività quale presidente dell’Associazione svizzera degli inquilini, che è una grossa organizzazione.
… Punterò molto anche su quanto fatto in questi quattro anni qui a Berna, in particolare sui temi di politica sanitaria e finanziaria. Ovviamente anche sottolineare il fatto di provenire da una regione periferica e di frontiera mi pare importante.
… Oggi abbiamo tre blocchi ben definiti, la destra, la sinistra e il centro. La domanda è sapere se il centro, così come è uscito da queste elezioni, sarà più sovente a fianco della sinistra piuttosto che della destra. Oggi ancora è difficile da prevedere…
… Sicuramente per me è prioritaria la questione occupazionale… Poi sicuramente sarà prioritaria la politica sanitaria, che è bloccata da troppo tempo e per la quale bisogna trovare urgentemente delle risposte. In seguito metterei la politica fiscale legata ai rapporti internazionali, a partire dall’Unione europea, che vuole rimettere in questione gli accordi conclusi con Gran Bretagna e Germania, e le nuove tensioni su questo fronte con la Francia, senza dimenticare la priorità per noi di giungere presto ad un accordo anche con Roma.”

“Io sono una ferma sostenitrice della cassa malattia unica e pubblica. Sosterrò inoltre il referendum contro l’attuale riforma del managed care, nonostante sia stata tra i primi a dire che ci volevano delle reti di cure integrate. Purtroppo col progetto attuale, oltre all’aspetto che vengono penalizzati quei pazienti che non potranno aderire alle reti come ad esempio i malati cronici, la riforma non prevede l’obbligo per le casse malattia di offrire ovunque queste reti e ciò andrà a penalizzare le aree periferiche.
… In queste ultime settimane ho ricevuto ampie manifestazioni di sostegno che vanno al di là degli steccati politici. Ed è un segnale importante.”