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Dall’inizio della crisi dei debiti sovrani, un certo numero di economisti chiede un intervento sul mercato del debito da parte della Banca centrale europea per aiutare la Zona euro ad uscire dalla crisi. Questo intervento però potrebbe condurre all’aumento dell’inflazione, penalizzando il potere d’acquisto della popolazione.

E’ quanto si legge sul quotidiano francese Le Nouvel Observateur : “Questi economisti, che non hanno visto arrivare la crisi e non sono capaci di gestirla, pensano che l’intervento della BCE cancellerebbe la sfiducia degli investitori e calmerebbe i mercati. La loro richiesta è illusoria.
Alla BCE è chiesto di annunciare che riacquisterà a un tasso moderato i titoli emessi dai singoli Stati, come fanno ad esempio la Federal Reserve statunitense e la Banca centrale d’Inghilterra. Stati Uniti e Inghilterra sono però la prova che questo sistema di monetizzazione non funziona.
L’Inghilterra ha spaventato i suoi creditori e la sua Banca centrale è obbligata a un continuo finanziamento dello Stato, alimentando così un’inflazione ufficiale che supera il 5%, che diminuisce il potere d’acquisto e mette il paese in una profonda recessione.
Da quasi nove mesi la Federal Reserve è in pratica l’unico acquirente delle obbligazioni americane e dunque deve finanziare, oltre che lo Stato, anche i creditori che, spaventati, si stanno liberando dalle loro obbligazioni.

Con queste premesse è difficile immaginare che l’intervento della BCE possa tranquillizzare i creditori. Il tutto mostra come sia assurdo credere che si possa creare ricchezza stampando moneta. Sul piano macro-economico non ha senso ed è anche ingiusto, in quanto fa pagare al popolo i pessimi investimenti di governi e finanza.

E’ sbagliato dire che la bancarotta di un grande Stato europeo porterebbe un colpo fatale all’euro. Al contrario, sono le continue tensioni per cercare di salvare gli Stati in crisi che indeboliscono la moneta.
Le conseguenze di un default sono certo dolorose ma sono le conseguenze dell’aver speso oggi i soldi di domani. E adesso è quel domani. I dirigenti europei vogliono avere ragione sulla logica della contabilità, il che è assurdo.
L’austerità di bilancio imposta alla popolazione non è la soluzione. E’ giunta troppo tardi, il debito di Stati come Grecia, Italia, Francia, … è andato oltre ogni limite.

L’Occidente è in uno stato di insolvenza e non lo vuole ammettere. A un tale livello di indebitamento, o meglio di sovra-indebitamento, è praticamente impossibile ritornare ad un equilibrio di bilancio. Il rimborso dei debiti degli Stati della Zona euro non solo è impensabile, ma è addirittura inconcepibile.”