Dopo le manifestazioni che lo scorso fine settimana hanno portato nelle strade migliaia di persone, gli ambienti vicini al potere di Mosca pensano a tre scenari per uscire dalla crisi.
Russia unita, il partito creato nel 2001 e dal 2008 guidato dal premier Vladimir Putin viene definito “il partito dei truffatori e dei ladri”. Una definizione che la dice lunga sul discredito di cui soffre questa formazione politica agli ordini del Cremlino.
Le manifestazioni di massa sono il segno che la Russia entra in un’era di destabilizzazione che potrebbe condurre a un cambio di regime, come accaduto in Egitto, in Tunisia e in Libia?
Difficile dirlo, ma è chiaro che agli occhi della nuova classe media urbana russa Vladimir Putin, candidato alle presidenziali del marzo 2012, non appare più come il leader per eccellenza.
Putin deve trovare il modo di rispondere alle proteste di massa, senza forza né repressione. Per lui sarebbero stati approntati tre possibili scenari.
Scenario 1
Vladimir Putin si distanzia dal partito Russia unita e crea una nuona formazione, più moderna, democratica e liberale.
Scenario 2
Putin finge di accettare la presenza di altri candidati alle presidenziali, sicuro che riuscirà a sconfiggerli. Lunedì l’oligarca Mikhaïl Prokhorov ha annunciato che si candiderà alla presidenza. Da quando è al potere Putin ha sistematicamente eliminato ogni rivale. Il prossimo marzo potrebbe pensare di cambiare tattica.
Scenario 3
Putin annuncia una svolta storica nella maniera di governare la Russia, una sorta di manovra pacifica e democratica per liberare il paese dai pesi sovietici che ancora lo paralizzano.
Questo scenario è il meno probabile, in quanto perderebbe il sostegno del suo clan, che ad ogni costo vuole mantenere potere, privilegi e ricchezza.
(Ticinolive/La Tribune.fr)