Per la prima volta dopo almeno 15 anni il Consiglio comunale di Lugano si appresta a votare i preventivi prima dell’inizio del nuovo anno.
Si tratta di una novità assoluta dopo le infinite richieste da parte di tutte le forze politiche. Non ha infatti alcun senso determinare i parametri di spesa dell’amministrazione comunale a giugno o addirittura a settembre, come è accaduto quest’anno, quando i dadi sono ormai tratti con spese di svariati milioni già effettuate.
In questi casi l’esercizio del legislativo diventa inutile e il suo ruolo ininfluente. In questo modo ci si allinea finalmente al Cantone che, come uso, approva i preventivi nella sua sessione parlamentare di dicembre. Ci si augura che questa prima diventi la regola al fine di permettere una regolare gestione del Comune.
Seppur sostanzialmente condivisi da tutti i preventivi 2012 prevedono un disavanzo di 12.2 mio di franchi. Un risultato che può essere ritenuto accettabile tenuto conto di tutte le variabili a rischio.
Negli scorsi anni l’annunciato deficit è sempre stato recuperato grazie alle sopravvenienze d’imposta. I margini per questi recuperi si sono alquanto ridotti ed è quindi attendibile un risultato finale più vicino ai dati espressi dai preventivi.
Malgrado una certa stabilità dei conti cittadini, occorre vegliare soprattutto sulle uscite correnti che negli ultimi anni sono cresciute di circa il 10% annuo. Un dato che impone serie riflessioni. Sono soprattutto le spese del personale e per beni e servizi a conoscere una rilevante crescita. In questo senso occorre assolutamente che l’esecutivo ponga dei freni a questo continuo incremento delle spese altrimenti fra qualche anno la situazione uscirà totalmente di controllo. Rientrare nella norma e comprimere le spese diventa poi sempre più difficile.
Anche la città non può esimersi dal ricercare una razionalizzazione delle risorse, accorpando i servizi e migliorando le sinergie in vari settori. L’attuale situazione di Dicasteri frammentati rende più difficile la gestione di alcuni compiti dell’ente pubblico e crea il rischio di doppioni. Una loro riorganizzazione creerebbe più trasparenza e faciliterebbe la messa in atto delle tante conclamate economie di scala.
Tutto questo ancor più quando sul fronte delle entrate, a causa della persistente crisi economica che colpisce soprattutto le persone giuridiche, il gettito nei prossimi anni non conoscerà particolari sviluppi.
In definitiva la chiave di lettura è quella di non limitarsi a leggere i risultati finali in ottica passeggera, ma di andare al di là per adottare misure di risparmio permanenti cui nessun ente pubblico può astenersi in questi tempi di paurosi deficit pubblici e di necessità di una corretta gestione della cosa pubblica.
Roberto Badaracco
Capogruppo PLR CC Lugano e deputato al Gran Consiglio