Bradley Manning, il giovane soldato arrestato nel maggio 2010 in Iraq con l’accusa di aver trasmesso dati confidenziali a WikiLeaks, saprà fra qualche settimana la sorte che l’esercito gli ha riservato. Una vicenda in cui spicca il comportamento ipocrita degli Stati Uniti e del presidente Barack Obama, scrive il quotidiano britannico The Independent.
“La lista dei 100 personaggi più influenti del 2011 del settimanale americano Time mette all’ottavo posto Bradley Manning – scrive l’Independent – il soldato di 24 anni che ha creato lo scandalo all’interno dell’esercito statunitense, consegnando a WikiLeaks documenti confidenziali e dossier Top Secret. Oggi Manning si trova in una base militare nel Maryland in attesa di sapere se passerà di fronte alla Corte marziale.
Nel luglio 2010 Manning era stato rinchiuso nel carcere della base dei Marines di Quantico, in Virginia, in isolamento 23 ore al giorno. Privato del sonno, obbligato a restare nudo e in piedi durante interminabili ispezioni, senza poter mettere nemmeno i suoi occhiali, il che per lui equivale a essere cieco.
Nell’aprile 2011, a seguito della forte pressione dell’opinione pubblica, era stato trasferito nella prigione di Fort Leavenworth, nel Kansas, dove le condizioni detentive erano meno severe. Dal 16 dicembre si trova nella base di Fort Meade, nel Maryland.
Il presidente Barack Obama ha sempre accuratamente evitato di esprimersi su Manning. Il caso è certamente complesso. E’ molto difficile decidere se svelando i sporchi segreti dell’esercito statunitense Manning sia stato un eroe, un traditore oppure un hacker sfortunato, solitario e errante, affetto dal complesso di Edipo e con tendenze narcisistiche versione “salvatore del mondo” alla Julian Assange.
Manning soffriva di problemi psichiatrici di cui i suoi superiori erano al corrente ancora prima che trafugasse i dati riservati per passarli a WikiLeaks. Aveva scritto al suo diretto superiore in Iraq per segnalare che i suoi problemi di identità sessuale e il conseguente stress emotivo avevano un’influenza negativa sulla sua capacità di analizzare gli attacchi dei militanti sciiti. Alla sua lettera aveva allegato una sua foto vestito da donna.
Pare quantomeno strano che un soldato in tali condizioni sia stato libero di accedere a documenti segreti.
L’incompetenza dell’esercito americano è cosa nota. Dopo decenni di guerre catastrofiche e contro-producenti, questa incompetenza non deve più essere dimostrata. Manning ha portato alla luce la verità sulle azioni dei militari statunitensi in Iraq. La popolazione ha potuto vedere i video di elicotteri americani che mitragliavano i civili a Baghdad, mentre i soldati sghignazzavano contenti, come se stessero giocando alla Playstation.
Manning, che di fatto è un prigioniero politico, ha permesso che la popolazione vedesse queste nefandezze e per questo è stato condannato. Ha reso la prova evidente di come sia viva l’ipocrisia americana, che consiste nel perpetrare crimini abominevoli in nome della libertà. Una consuetudine che comunque è troppo ancorata nelle mentalità perchè si possa pensare di cambiare le cose.”