Il nuovo governo tunisino guidato da Hamadi Jebali, numero due del movimento islamista Ennahdha, ha giurato sabato di fronte al presidente ad interim Moncef Marzouki. Venerdì Jebali aveva ottenuto la fiducia dell’Assemblea nazionale costituente per portare avanti la seconda tappa della transizione democratica, circa un anno dopo la caduta del regime totalitario dell’ex presidente Ben Ali, lo scorso gennaio.
Il nuovo governo comprende 30 ministri e 11 segretari di Stato. E’ costituito principalmente dai membri dei tre partiti maggioritari presso l’Assemblea nazionale, fra i quali Ennahdha, grande vincitore delle elezioni dello scorso 23 ottobre, si è aggiudicato i principali ministeri.
Dopo aver ottenuto il voto di fiducia, Hamadi Jebali ha tracciato le grandi linee dell’azione del suo governo, facendo notare che il suo mandato dovrebbe durare un anno. Quando l’Assemblea nazionale avrà elaborato la nuova Costituzione si terranno nuove elezioni generali, dove sarà designato anche il nuovo presidente del paese.
Il nuovo primo ministro intende concentrarsi sulla disoccupazione. Il crollo del settore turistico, grande pilastro dell’economia nazionale, ha fatto perdere il lavoro a un numero impressionante di persone che prima della caduta di Ben Ali erano occupate nei numerosissimi alberghi lungo le coste del paese e sull’isola di Djerba. Oggi la Tunisia conta circa 700mila disoccupati.
Altri obiettivi sono la diminuzione delle diseguaglianze regionali, la giustizia sociale, la decentralizzazione, il rafforzamento della sicurezza e il miglioramento delle possibilità di investimento.
Il premier Jebali ha insistito sulla necessità di mettere fine agli scioperi e alle manifestazioni di protesta che ancora permangono nel paese e che stanno causando danni preoccupanti all’economia.