E’ sempre più probabile che il 2012 sarà l’anno del ritorno alle vecchie valute nazionali per diversi paesi destinati ad uscire dalla Zona euro a seguito di un default.
Secondo un articolo del Wall Street Journal sono almeno due le banche di livello mondiale che stanno mettendo in atto misure per poter effettuare transazioni in diverse vecchie valute europee.
Queste banche, di cui il WSJ non cita i nomi, hanno già preso accordi con Swift, il consorzio con sede in Belgio che gestisce gli scambi finanziari internazionali, per avere la tecnologia e i codici necessari.
Il ritorno alle vecchie monete nazionali significherebbe per alcune una svalutazione e per altre un apprezzamento.
Secondo l’economista Jens Nordvig, della società Nomura Securities, se la Germania tornasse al marco, da subito questa moneta si apprezzerebbe nei confronti del dollaro USA.
Al contrario, la Grecia vedrebbe il valore della dracma perdere almeno il 60%. Sin dalla loro entrata sui mercati, la lira italiana e la peseta spagnola perderebbero sino al 35%.
Uscendo dall’euro, i paesi più deboli, che sono anche i più indebitati, dovrebbero ristrutturare i loro debiti a costi più elevati e il sistema bancario nazionale rischierebbe di crollare a causa della scarsa fiducia accordata alla nuova moneta.
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