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Dopo la rapina a mano armata il 26 dicembre in un distributore di benzina di Novazzano (la seconda nello spazio di 40 giorni) da più parti si fa sentire la richiesta del ritorno dei controlli sistematici alle frontiere con l’Italia.

Reintrodurre i presidi fissi ai valichi doganali non è più possibile, scrive oggi il quotidiano online Insubria.com : “Manca il personale e sarebbe in contrasto con gli accordi di Schengen.
… Dopo l’ultima rapina a mano armata a Novazzano anche il sindaco di questa località, Adriano Piffaretti, chiede maggiore sicurezza per i commercianti della zona sottoposti a continui rischi.
La percezione della popolazione nel basso Ticino è quella di essere sotto assedio e per questo si chiede il ritorno al presidio costante dei valichi.
Il corpo delle guardie di frontiera risponde però che non è possibile, che l’unica misura possibile è quella di prolungare temporaneamente la presenza delle guardie di confine provenienti da altri cantoni, per aiutare quelle ticinesi.
Sotto accusa sono i controlli mobili introdotti con gli accordi di Schengen che non garantirebbero la sufficiente sicurezza. Secondo Piergiorgio Fornera delle Guardie di confine “ai tempi dei valichi occupati non abbiamo mai beccato un ladro. Uscivano dai boschi. Invece con i controlli nelle retrovie effettuiamo molti fermi, i successi ci sono. Il sistema deve essere migliorato, ma lo si sta facendo”.
Per il momento, non si può fare di più, ma in futuro, promette Fornera, le cose andranno sempre meglio soprattutto quando Guardie di frontiera e polizia avranno un sistema di comunicazione comune in grado di meglio gestire i controlli.”