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Sono passati più di otto mesi dall’elezione del nuovo Governo ticinese ma, nessuno me ne voglia, a parte la ripartizione partitica all’interno dello stesso, non mi pare sia mutato un granché.

Stessi discorsi, stessi temi triti e ritriti come ad esempio la Cassa pensioni dello Stato, l’Amministrazione cantonale da snellire, il ruolo “politico” degli alti funzionari che hanno fatto e continuano a fare imperterriti il bello e brutto tempo, il meccanismo nelle nomine secondo la logica partitica, vero cancro del funzionamento dell’Amministrazione statale, la trasparenza che non c’è, il conflitto di interesse di troppi deputati, ecc.
A tutti i partiti di Governo va bene così? Probabilmente sì.

Manca evidentemente il coraggio politico di affrontare certe tematiche basilari che si trascinano non da anni ma da decenni.
In tutta sincerità, come semplice osservatore esterno mi pare di intuire che il 10 aprile scorso siano entrati sì due leghisti in Consiglio di Stato, ma la forza politica che più ne ha “beneficiato” fino ad ora è senz’altro il PPD (sempre molto abile nelle strategie) anche se di rappresentanti in seno al Governo ufficialmente ne ha solo uno.
Prova ne è che il Nano da Via Monte Boglia, malgrado sovente alzi la voce anche contro i suoi, non è che venga molto ascoltato, il che è sintomo di un certo disagio che crea qualche problemino in casa leghista.
Per ora è il PPD che ha “monetizzato” di più (visto in positivo): delle forze politiche di Governo è quella che più riesce a far passare la propria azione politica anche in Parlamento, pur avendo un solo rappresentante nella stanza dei bottoni.
Intendiamoci questo non è demerito del PPD, semmai una certa astuzia politica ben rodata.
Questa è la mia opinione, poi ognuno la pensi come meglio crede.

Donatello Poggi