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L’ospite odierno di Ticinolive è Pio Fontana, medico geriatra nel Centro Multidisciplinare di Geriatria della Clinica Luganese di Moncucco.
Appassionato di questioni internazionali e di strategia militare, il dottor Fontana presiede Libertà e Valori (www.libertaevalori.ch), associazione che porta avanti il lavoro del Comitato contrario all’iniziativa contro le armi (bocciata in votazione popolare il 13 febbraio 2011).
Un’intervista curata da Francesco De Maria
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Francesco De Maria: Dr. Pio Fontana, si presenti ai nostri lettori.
Pio Fontana: Sono medico geriatra e discendo da una famiglia originaria di Melide, emigrata prima a Londra, poi a Parigi. Sono nato a Milano e ho 47 anni. Siamo una famiglia di albergatori, tuttora gestori di un albergo a Lugano. Dal 2001 dirigo, insieme a due colleghi, il Centro Multidisciplinare di Geriatra della Clinica Luganese e lì presto la mia attività ospedaliera. Oltre a questo ho il mio studio e, in casi particolari, visito anche in case per anziani.
Ho tre figli, due femmine e un maschio, di 19, 13 e 17 anni. Al di fuori dell’ambito professionale nutro interesse per la storia delle relazioni internazionali e la strategia militare. Presiedo l’ associazione “300 medici per la libertà”, di cui sono membro fondatore.

FDM: Tema dell’intervista odierna è il gruppo “LibertàeValori.ch”, del quale lei è presidente.
PF: È un’associazione giovane che nasce nell’anno appena trascorso. Nel febbraio 2011 il Popolo Svizzero è chiamato a votare sull’iniziativa “Contro la violenza delle armi”, promossa da ambienti socialisti e verdi, ma anche cattolici ed evangelici. In Ticino viene costituito un comitato cantonale avverso all’iniziativa. Contro certe previsioni diffuse dai media essa viene respinta in Ticino con il 63.4% di no e da tutta la Svizzera con il 56.3%. Dal comitato vincente nasce un’associazione, per l’appunto il gruppo “LibertàeValori.ch”.

FDM: Quali sono le vostre idee guida?
PF: Noi siamo per:
– un esercito di milizia forte, numeroso e ben equipaggiato;
– un diritto liberale sul possesso legale di armi da fuoco, per lo sport, il collezionismo, la caccia, la difesa personale e nazionale.
L’esercito di milizia è una colonna portante della democrazia elvetica e noi vogliamo conservarlo ad ogni costo. Per quanto attiene al secondo punto, è giusto che i liberi cittadini siano armati o che sia loro consentito di esserlo. Il tema delle armi viene spesso presentato in modo distorto. Noi riteniamo molto importante salvaguardare la vita degli innocenti.
Ogni giorno riceviamo notizie di massacri avvenuti in ogni parte del mondo. Io le dico: dalle stragi, che siano l’operato di maniaci omicida o di governi scellerati, ci si salva solo se si è armati e in grado di difendersi!

FDM: Come siete strutturati?
PF: Al momento agiamo come associazione mantello, nella quale si riconoscono e sono rappresentati altri gruppi d’interesse: cacciatori, pescatori, tiratori, collezionisti, sottufficiali ed ufficiali.
Per farle due esempi: il nostro collegamento con i cacciatori avviene tramite il loro presidente, on. Fabio Regazzi; quello con i sottufficiali tramite il giudice Werner Walser, che è anche un provetto ed appassionato tiratore, entrambi membri del nostro gruppo.

FDM: Avete appoggiato concretamente dei candidati alle Federali di ottobre?
PF: Sì, e debbo dire che hanno avuto un grande successo. I “nostri” eletti sono Lombardi, Cassis, Regazzi, Quadri, Pantani Tettamanti. Come sia andata a Monica Duca Widmer, membro autorevole del nostro gruppo… lo sanno tutti.
È per noi chiaro che il Parlamento Federale manifesta seri problemi di competenza quando si esprime sui temi legati alla sicurezza nazionale. Prenda la recente votazione del Nazionale sulle munizioni a grappolo. Si è votato male, e con ciò non mi riferisco in primis al risultato. Si è votato sostanzialmente senza discussione pubblica e senza una corretta informazione della popolazione e tanto meno degli stessi parlamentari.

FDM: Crede davvero che – con più discussione e più informazione – il risultato sarebbe stato diverso?
PF: Probabilmente no, ma sarebbe stata una votazione meno basata sul buonismo fine a se stesso e sull’ignoranza del tema in esame. Le munizioni a grappolo sarebbero indispensabili alla nostra artiglieria nella lotta contro un eventuale invasore numericamente soverchiante. Adesso quelle munizioni, costate milioni, dovranno essere distrutte, con una bella spesa supplementare.
E se mai dovessimo essere attaccati da un esercito straniero l’unica cosa che potremo tirare per difenderci saranno i sassi, perché le maledizioni le riserveremo per gli irresponsabili che hanno preso una decisione così assurda!

FDM: Presidente Fontana, politicamente da che parte sta?
PF: Premetto che ho orrore di tutte le dittature, nemiche delle libertà: nazismo, fascismo e comunismo, per quanto mi riguarda, sono diversi solo per il numero di milioni di morti che hanno causato. Detto ciò, posso definirmi un uomo di destra, anche se il mio concetto di destra sociale non trova sempre riscontro nei partiti esistenti e mi riconosco bene nel motto “Patria, famiglia e libertà” .

FDM: Parliamo ancora, a ruota libera, di temi cari a “Libertà e Valori” .
PF: Fondamentale per noi è anche il diritto all’autodifesa del cittadino in caso di aggressione ingiusta. Sull’applicazione di tale diritto, pure previsto dalla legge, c’è poca giurisprudenza ma, recentemente, il Tribunale Federale ha stabilito un principio importante: la vittima incolpevole ed il suo aggressore non possono essere messi sullo stesso piano.
Purtroppo, negli scorsi anni, il Codice Penale è stato molto addolcito nei confronti dei reati contro la persona ed anche aggressioni molto gravi con pericolo di vita sono punite con condanne ridicole. Il Ticino, soprattutto per la sua posizione geografica, è particolarmente esposto ad atti di violenza commessi da criminali transfrontalieri. Guardiamo la situazione alla frontiera con il nuovo sistema Schengen: molto negativa!
Quando il popolo è stato chiamato a votare, l’informazione che ha ricevuto non era certo corretta. Ricordo molto bene quando il Prof. Killias, noto fautore del disarmo degli onesti, scriveva che l’apertura delle frontiere non avrebbe comportato nessun peggioramento della criminalità, per poi riapparire sulla stampa dopo qualche anno, a disastro fatto, per sostenere candidamente l’esatto contrario.
Ci vogliono far credere alla equazioni: più armi = più suicidi, più armi = più omicidi. Ma consideriamo quanto avvenuto in Australia. Laggiù la popolazione è stata disarmata quasi completamente ed i suicidi sono aumentati, così come le rapine e gli omicidi: semplicemente chi si vuole suicidare s’impicca ed il lavoro dei banditi è diventato più sicuro! E in Gran Bretagna? Disarmo ancora più completo dei cittadini onesti e conseguente, prevedibilissima, ancora maggiore crescita della criminalità violenta.
La violenza, purtroppo, è una presenza costante nella nostra società, non è proteggendo i violenti che la si evita. In Svizzera abbiamo attualmente una media di due stupri al giorno: perché nessuno se ne occupa seriamente? Forse perché vorrebbe dire insegnare alle donne a difendersi?

FDM: Che cosa deve fare la Svizzera del suo esercito?
PF: Certo non liquidarlo! Nel nostro Paese l’esercito di milizia ha radici antichissime. La Svizzera è stata per molti secoli l’unica democrazia al mondo ed una potenza militare in grado d’influenzare gli equilibri europei sino ad almeno il 1515.
Oggi l’esercito di milizia è minacciato, e non solo dalle iniziative della sinistra. L’esercito soffre anche per il sostegno tiepido di altre forze politiche, borghesi, centriste. Si dice che i tempi sono cambiati, che non serve più, che un esercito di professionisti sarebbe più efficace.
Purtroppo è vero l’esatto contrario: le minacce sono attuali e di vario tipo ed un esercito di milizia numeroso e ben equipaggiato è l’indispensabile scudo di cui la nostra democrazia ha più che mai bisogno. Sulla base delle recenti decisioni delle Camere Federali la Svizzera metterà a disposizione del suo esercito un budget di 5 miliardi all’anno, l’1% del PIL: è veramente poco, persino meno di quanto spende l’Italia (20.3 miliardi di euro nel 2010, pari all’1.3% del PIL).

FDM: Quali sono i vostri impegni per l’anno entrante?
PF: Ci saranno due votazioni: una sull’acquisto dei cacciabombardieri, l’altra (non è proprio una novità) sull’abolizione dell’esercito. Non mancheremo certo di dare il nostro contributo per opporci allo smantellamento della difesa nazionale.
Poi abbiamo un progetto: portare molta più gente alla pratica del tiro sportivo e difensivo, soprattutto più giovani e più donne. Le donne possono essere ottime tiratrici e, in caso di conflitto, strenue combattenti a difesa della Patria e della libertà. È dunque importantissimo offrir loro la possibilità di conoscere personalmente la realtà del tiro e dell’esercito di milizia, affinché possano decidere autonomamente e con vera cognizione di causa quando chiamate ad esprimersi sui temi di cui abbiamo discusso!
La nostra associazione è molto giovane: i mezzi ancora pochi, oneste le intenzioni, grande l’entusiasmo, inestinguibile l’anelito di libertà e democrazia.

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